Costa d’Avorio, degenera il clima pre-elettorale   

di Celine Camoin
manifestazione - Cotedivoireoff

È decisamente salita la tensione pre-elettorale in Costa d’Avorio. Si contano diverse vittime – almeno cinque secondo un bilancio non ufficiale – a seguito di manifestazioni di protesta contro la candidatura del presidente uscente Alassane Ouattara a un terzo mandato consecutivo.

La violenza, ieri, è culminata a Bonoua, località d’origine di Simone Gbagbo, moglie dell’ex presidente Laurent Gbagbo. Una manifestazione di protesta, tenutasi nonostante il divieto imposto dalle autorità, è sfociata in violenze dopo l’intervento delle forze dell’ordine e l’uccisione di un giovane, sembra dagli spari della polizia. Il commissariato è stato incendiato in segno di rappresaglie, mentre alcuni dimostranti si sono rivoltati contro gli agenti e contro lo stesso commissario. Fonti locali parlano di una seconda vittima, ma il bilancio delle ultime 48 ore è ancora incerto.

Anche nella capitale economica Abidjan alcuni sostenitori dell’opposizione hanno sfidato, ieri, il divieto di manifestare. Sembrerebbe, inoltre, riaccesasi in serata la tensione a Daoukro, caposaldo del candidato alle presidenziali ed ex capo di Stato Henri Konan Bedie. Nella cittadina, almeno due, forse tre, dimostranti erano rimasti uccisi mercoledì.

Bedie, che nonostante i suoi 86 anni ha deciso di affrontare l’elezione di ottobre, ha condannato la repressione da parte delle forze dell’ordine e salutato le manifestazioni «contro la violazione della Costituzione» tenutesi nei giorni scorsi a Ferkessedougou, Daoukro, Daloa e Oume. Secondo Bedie e il fronte dell’opposizione, il terzo mandato di Ouattara è contrario all’articolo 55 della Carta fondamentale. L’anziano leader politico, che ha tenuto e redini del Paese dal 1993 al 1999, è di fatto il principale avversario del presidente uscente.

Ouattara, che si è candidato in extremis dopo il decesso improvviso del suo delfino Amadou Gon Coulibaly, sostiene che un terzo mandato sia possibile proprio perché la nuova Costituzione del 2016 ha rinnovato l’intera architettura istituzionale del Paese e non può quindi essere considerata in continuità con la precedente.

La degradazione del clima pre-elettorale fa temere una fragilizzazione della Costa d’Avorio, già entrata nel mirino delle reti terroristiche presenti nei Paesi che confinano a Nord, il Mali e il Burkina Faso. A pesare è anche lo spettro della crisi elettorale del 2010, quando la battaglia per la presidenza tra Gbagbo e Ouattara fece circa 3.000 vittime.

 

 

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