Armi, in Africa se ne comprano di meno

di Stefania Ragusa

Nel quadriennio 2016-2020, in Africa, l’import di armamenti è calato del 13% rispetto al quadrienno precedente. A sostenerlo il Sipri, l’Istituto internazionale di ricerca per la pace di Stoccolma, in un rapporto pubblicato oggi.

A livello mondiale, secondo il Sipri, i trasferimenti internazionali di armi sono rimasti allo stesso livello tra il 2011-2015 e il 2016-2020. Gli aumenti dei trasferimenti da parte di tre dei primi cinque esportatori di armi (Stati Uniti, Francia e Germania) sono stati ampiamente compensati dal calo delle esportazioni di armi russe e cinesi. Secondo i nuovi dati, le importazioni di armi dal Medio Oriente sono aumentate del 25%. Altrove però si segnalano riduzioni: -43% nelle Americhe, -8,3% in Asia e Oceania e, appunto, -13% in Africa.

Nel continente qualcuno è in contro tendenza. Le importazioni di armi dell’Egitto (che però l’istituto di Stoccolma pone in Medio Oriente) sono aumentate del 136% tra il 2011-15 e il 2016-20. L’Algeria ha incrementato le sue importazioni di armi del 64% rispetto al 2011-2015, mentre il Marocco le ha tagliate del 60%. Sempre nel continente africano, è la Russia a fare la parte del leone con una quota di mercato che si aggira sul 30%, seguita da Cina (20%), Francia (9,5%) e Stati Uniti (5,4%).

L’Arabia Saudita, il più grande importatore di armi al mondo, ha aumentato le sue importazioni del 61% e il Qatar del 361%. Le importazioni di armi da parte degli Emirati Arabi Uniti sono diminuite del 37%, ma diverse consegne programmate di armi importanti, tra cui 50 aerei da combattimento F-35 dagli Stati Uniti concordate nel 2020, fanno intendere che gli Emirati Arabi Uniti continueranno a importare grandi volumi anche nei prossimi anni.

(Enrico Casale)

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