Algeria, libero il giornalista Rabah Kareche, ma la stampa rimane imbavagliata

di claudia

Dopo sei mesi di detenzione nel carcere di Tamanrasset in Algeria il giornalista Rabah Kareche, del quotidiano Liberté, è uscito ieri dal penitenziario. Condannato in appello a un anno di carcere, di cui sei mesi con la condizionale, Rabah Kareche aveva trascorso quattro mesi in custodia cautelare. Kareche era stato arrestato il 18 aprile 2021, dopo aver scritto articoli di stampa sulle proteste popolari a Tamanrasset contro la nuova divisione amministrativa. In particolare, aveva dato voce alla minoranza berbera locale e alle sue rivendicazioni. “Sono vittima di una grave ingiustizia. Ho solo esercitato la mia professione di giornalista con professionalità”, ha dichiarato ieri all’uscita dal carcere.

Le sue prime parole sono state per coloro che lo hanno sostenuto durante il suo calvario carcerario. “Saluto e ringrazio profondamente tutti coloro che mi hanno dimostrato il loro sostegno. I cittadini, i giornalisti e in particolare il collettivo della difesa. Ho tenuto duro grazie al loro sostegno”, ha precisato. Il cronista ha fatto sapere che riprenderà ad esercitare la sua professione al più presto.

Il corrispondente di Liberté è stato condannato in primo grado a un anno di reclusione (di cui tre con la condizionale). L’accusa aveva chiesto tre anni di carcere per i seguenti capi d’imputazione: “creazione di un account elettronico dedicato alla diffusione di informazioni suscettibili di provocare segregazione e odio nella società”, “diffusione deliberata di false informazioni suscettibili di attaccare l’ordine pubblico” e “uso di vari mezzi per minare sicurezza e unità nazionale”.

L’organizzazione Reporter senza frontiere (Rsf) denuncia un peggioramento della libertà di stampa negli ultimi mesi in Algeria e ha chiesto alle autorità, il mese scorso attraverso il direttore dell’ufficio nordafricano, Souhaieb Khayati “di porre fine agli abusi che possono pregiudicare in modo duraturo il diritto di informare, i giornalisti, e il diritto di essere adeguatamente informati dei cittadini algerini.

Oltre a una decina di casi di giornalisti condannati, fermati, detenuti o indagati, Rsf ricorda che due media privati hanno perso l’accreditamento in Algeria: il 31 luglio scorso, il canale di informazione arabo Al Arabiya ha visto revocare la licenza dal Ministero delle Comunicazioni per “inosservanza delle regole di deontologia professionale e ricorso alla disinformazione e alla manipolazione”. Il 13 giugno 2021, il canale televisivo France 24 ha perso il suo accreditamento con il pretesto di “non rispetto dell’etica”.

L’Algeria è al 146esimo posto su 180 nel World Press Freedom Index 2021 stabilito da Rsf. Il Paese ha perso 27 posizioni dal 2015.

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