Africani come cavie? Le scuse chiudono il caso

di AFRICA

Africani come cavie? Qualche giorno fa Camille Locht dell’Istituto nazionale della salute e della ricerca medica (Inserm), e Jean-Paul Mira, responsabile della terapia intensiva dell’Hôpital Cochin di Parigi, avevano suggerito durante un programma di Lci, canale d’Oltralpe,  la possibilità di sperimentare sulla popolazione africana l’efficacia contro il coronavirus dei vaccini utilizzati sin qui contro la tubercolosi. Sebbene i due avessero spiegato le ragioni scientifiche alla base delle proprie affermazioni, il vespaio di polemiche sollevato li ha costretti alle scuse. Con un messaggio inviato all’agenzia di stampa France Press, l’Inserm ha precisato che le «condizioni nelle quali questa intervista è avvenuta non hanno permesso a Camille Locht di reagire correttamente, lui si scusa e ci tiene a precisare che non ha avuto alcun proposito razzista». Dal canto suo, Jean-Paul Mira ha espresso «le sue più sincere scuse a tutti coloro che si sono sentiti  urtati, scioccati, insultati dalle parole pronunciate». Lci invece non ha commentato l’accaduto.

 

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