Accesso alle notizie e lotta alle fake news: la sfida del continente

di claudia

Il continente africano, oltre a sperimentare una mancanza di accesso alle informazioni, deve lottare anche contro un fenomeno ancora più dannoso: quello delle fake news. Lo denuncia in occasione dell’odierna Giornata internazionale del diritto all’accesso all’informazione un editoriale a firma di Omar Sylla su ActuNiger. “L’accesso alle informazioni è limitato in alcuni Paesi attraverso la censura, il controllo dei media e le restrizioni su Internet. Questa situazione crea un vuoto informativo che le fake news cercano di colmare, il che inganna ulteriormente una popolazione bisognosa di informazioni affidabili”, si legge.

La testata nigerina ha intervistato un collega di Africa Check, un sito specializzato nella verifica di notizie e la scoperta di bufale. Il diritto di accesso all’informazione, “che dovrebbe essere un diritto rudimentale, si rivela oggi un lusso, perché molti Paesi africani non hanno adottato una legge sull’accesso all’informazione”, osserva Azil Momar Lô. “Anche se l’assenza di una legge sull’accesso alle informazioni non significa che le persone non saranno informate, rende semplicemente difficile la pratica del giornalismo e l’accesso, per qualsiasi cittadino, a informazioni importanti”, deplora il giornalista.

La Costa d’Avorio è ritenuta un buon esempio di progressi nell’accesso alle informazioni con l’esistenza di tali leggi. “Tuttavia, le autorità o le istituzioni preposte non sono sempre pronte a fornire in tempo le informazioni richieste dai giornalisti. Questa riluttanza, o anche questi ritardi, possono rendere difficile o addirittura impossibile la pratica del fact-checking” (verifica dei fatti), riferisce Lô.

Il “fact checker” (colui che verifica i fatti), ha poi detto il redattore di Africa Check, “può aiutare il pubblico ad accedere a informazioni vere e fattuali. In quanto fact-checker, abbiamo il dovere di garantire che le figure pubbliche in grado di influenzare il dibattito pubblico siano ritenute responsabili delle cose che dicono ai cittadini”. Questo viene fatto attraverso un fact-checking oggettivo e imparziale.

In Africa stanno aumentando di organismi di controllo delle notizie. Nel 2012, Africa Check era l’unica organizzazione di verifica di notizie in Africa. Nel 2020, secondo l’ultimo censimento del Duke Reporters Lab, c’erano almeno 34 media dedicati alla verifica delle notizie nel continente africano. “Questo la dice lunga sul continuo interesse per il fact-checking. “Tuttavia – ha detto Azil Momar Lô- questa specialità sta diventando sempre più una disciplina a sé stante, insegnata nelle grandi scuole di giornalismo come il Cesti (Centro studi di scienza e tecnologia dell’informazione) di Dakar, in Senegal”.

Il diritto di accesso all’informazione e il fact-checking “sono innegabilmente collegati. Pertanto, il futuro informativo del continente non si svolgerà l’uno senza l’altro”, ha concluso l’esperto.

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