Quanta storia nei romanzi di Tierno Monénembo

di AFRICA
Re di Kahel

Non è possibile, per ragioni di spazio, entrare nel merito degli ultimi due romanzi di Tierno Monénembo portati in Italia da una piccola editrice parmense. È però l’occasione per raccomandare questo autore a chi non lo conosca: nella nostra lingua erano arrivati in precedenza due altri libri – Le radici della pietra (Aiep, 1994) e Il grande orfano (Feltrinelli, 2003) –; rimane comunque un grande vuoto da colmare, in particolare la sua corrosiva opera prima Les crapauds-brousse (1979) e la saga Peuls (2004), a parte gli altri nove da lui pubblicati in francese.

E Peul (o Fulani) è Monénembo stesso (all’anagrafe Thierno Saïdou Diallo), in esilio dalla natia Guinea dal 1969. Riesce così particolarmente gustoso leggere come l’autore dipinga non solo gli usi e costumi ma soprattutto il carattere della sua gente – per esempio: «l’ombrosa razza fulana, ritenuta scaltra, sospettosa» –, anche se osservata a distanza storica. Il re di Kahel è infatti ambientato nell’ultimo ventennio del XIX secolo e mette in scena “Yémé” Olivier de Sanderval, un visconte francese invaghitosi a modo suo dell’Africa e risoluto a ritagliarsi un suo personale regno nella regione del Fouta-Djalon, dove voleva anche introdurre la ferrovia. Vicenda e personaggio sono storici, e Monénembo si è documentato scrupolosamente prima di riversare il tutto nello stampo letterario. Un racconto incalzante e pieno di ironia. Dove, tra le altre cose, si possono enucleare il tema dell’ospitalità (con le sue leggi non sempre comprensibili o accettabili di primo acchito) e la singolarità di questo colono dall’animo un po’ bambino, che non partì a nome di un impero ma a titolo individuale, e con un approccio agli africani non liquidabile come razzista tout court.

Anche l’altro romanzo vede protagonista un eroe storico: Addi Bâ, guineano, arruolato nell’esercito francese nel 1939 e fatto prigioniero in Germania, da dove riuscirà a fuggire per entrare, una volta nei Vosgi, nella Resistenza. Sarà chiamato “il terrorista nero”. Di nuovo catturato, verrà fucilato, dopo tortura, nel 1943. Addi Bâ figura anche tra Le mie stelle nere, le minibiografie di personaggi di origine africana, «da Lucy a Barack Obama», che Lilian Thuram – l’ex campione del football e attivista antirazzista di origine – ha dato alle stampe qualche anno fa.

Il re di Kahel, Nuova Editrice Berti, 2018, pp. 349, € 19,00

Il terrorista nero, Nuova Editrice Berti, 2015, pp. 221, € 18,00

(Pier Maria Mazzola)

Terrorista nero

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