22/08/13 – Centrafrica – Arcivescovo di Bangui, “il paese vive nel terrore”

di AFRICA

 

“Anche dopo la cerimonia di insediamento del presidente Michel Djotodia le violenze non si sono arrestate. Bangui e l’intero paese vivono nel terrore dei ribelli della Seleka e ancora ieri notte almeno 25 persone sono rimaste uccise in un attacco contro i sostenitori dell’ex presidente deposto Francois Bozizé”. A riferire alla MISNA l’ultimo episodio di violenza di cui si sono resi protagonisti gli ex ribelli, per lo più miliziani ciadiani e sudanesi, è l’arcivescovo di Bangui, monsignor Dieudonné Nzapala-Hinga.

“La Seleka ha cordonato l’intero quartiere di Boy-Rabe, lo so perché ero lì e sono riuscito ad uscire appena in tempo” racconta il presule, secondo cui nella notte un folto gruppo di ribelli armati è entrato nelle case, per disarmare i seguaci di Bozizé e ha aperto il fuoco su civili disarmati. “Non potrei dire se hanno trovato armi, quello che ho visto stamattina, con i miei occhi sono invece i segni dei saccheggi, le case sventrate, uccisioni, ferimenti e violenze di ogni genere” denuncia il religioso secondo cui “i centrafricani stanno perdendo la speranza”, poiché nonostante l’arrivo della Missione internazionale di sostegno al Centrafrica (Misca), incaricata di ristabilire l’ordine, “poco, allo stato attuale sembra essere cambiato”.

L’arcivescovo, Anche Presidente della Caritas e della locale Conferenza Episcopale riferisce inoltre che gli abitanti di Boy-Rabe, terrorizzati dai miliziani “hanno cercato rifugio nel monastero della Madre del Verbo, poco distante “dove noi abbiamo lasciato le porte aperte tutta la notte per consentire alla gente di trovare riparo. In centinaia sono ancora lì dentro e non vogliono uscire perché hanno paura”.

Una situazione, conferma l’arcivescovo “che non descrive un caso isolato, poiché simili attacchi si sono verificati anche in altri quartieri, come Boeing e Bainville” e che testimonia un clima “di totale insicurezza e impunità in cui la popolazione si sente abbandonata a sé stessa e alla mercè degli ex ribelli”.

A quattro mesi dal colpo di stato con il quale, lo scorso 24 marzo, i ribelli della coalizione Seleka hanno destituito l’ex presidente François Bozizé e portato al potere Michel Djotodia, le autorità di transizione non sono riuscite a ristabilire l’ordine e la sicurezza. Nel paese “la sicurezza è praticamente inesistente, non c’è polizia, non c’è sistema giudiziario né servizi sociali” ha deplorato il vice segretario Onu per i diritti umani, Ivan Simonovic. – Misna

 

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