20/11/13 – Africa – L’Africa sta lasciando Taiwan

di AFRICA

 

(…)L’ufficio presidenziale del Gambia ha reso pubblica la decisione con un comunicato ufficiale lo scorso 14 novembre, dove laconicamente si conferma la volontà di voler procedere alla chiusura delle relazioni diplomatiche con Taiwan, con effetto immediato, lasciando di stucco Taiwan ed il suo Governo.

Nel testo del comunicato ufficiale si scrive anche che la decisione è stata presa per proteggere «gli interessi strategici nazionali». Secondo quanto è trapelato da addetti dell’Ufficio Presidenziale, il Presidente del Gambia in persona ha preso la sua decisione dopo un incontro avuto con i più alti esponenti ufficiali. E così la decisione è entrata in atto in sede ufficiale già nella giornata di ieri presso la sede del Ministero per gli Affari Esteri. Sempre secondo le fonti diplomatiche, dopo sollecitazioni da parte di Taiwan -nel senso della richiesta di chiarimenti da parte dello Stato del Gambia di chiarire le motivazioni che hanno portato a tale decisione nei confronti della Repubblica Popolare Cinese- il Gambia stesso ha risposto che si tratta di decisioni irreversibili. Di contro, i vertici diplomatici di Taiwan hanno emesso un altro comunicato ufficiale, nella giornata di ieri, dove si chiarisce che sarà chiusa la sede diplomatica in Gambia e che tutti i progetti di cooperazione in essere tra i due Paesi sono considerati anch’essi chiusi. Il Ministero degli Affari Esteri di Taiwan ha espresso tutto il proprio rammarico a proposito dell’incidente diplomatico, aggiungendo che fin dai tempi in cui le relazioni tra i due Stati erano state ripristinate, nel 1995, i due Paesi hanno sempre cooperato positivamente su numerosi progetti che hanno riguardato principalmente l’istruzione, l’agricoltura, la medicina, la sicurezza nazionale e lo sviluppo delle infrastrutture. Poiché –afferma Taiwan- tutto si è sempre svolto in clima apertamente amichevole tra i due Stati e che nulla si è mai discostato da questo tipo di contesto, la decisione intrapresa dal Gambia viene accolta con ancor più rammarico.

Da notare che il Ministero per gli Affari Esteri di Taiwan ha avuto una certa fretta nell’escludere ufficialmente che vi sia un particolare interessamento o ruolo della Cina in questo frangente, ovvero dietro la decisione presa dallo stato africano occidentale di voler chiudere tutte le relazioni con Taiwan. Oltretutto, il Ministero per gli Affari Esteri ha rimarcato il fatto che la lettera inviata dal presidente del Gambia, Yahya Jammeh, è un atto del tutto poco usuale ed al di fuori del normale protocollo diplomatico. Così come è stato ribadito il fatto che da parte di Taiwan non si era notato alcun elemento che lasciasse intuire circa la decisione del Gambia di adottare in così beata solitudine la propria decisione di voler chiudere le relazioni diplomatiche con Taiwan e che non vi era stato alcun segno premonitore in tal senso. Nella diplomazia di Taiwan, così, si ritiene che la decisione di interrompere le relazioni diplomatiche sia stata presa dal Presidente del Gambia in forma personale.

(…) La Cina madrepatria resta sullo sfondo, ha finora seguito una logica low profile ed ha ribadito più volte di aver sì sentito della scelta attuata dal Gambia ma che la propria diplomazia non ha avuto alcun contatto specifico negli ultimi tempi col Gambia stesso. Ma sono in pochi a credere al punto di vista cinese. Al di là del linguaggio paludato e di circostanza anche della stessa Taiwan che –come abbiamo visto- non intende esacerbare le relazioni con Pechino, permane la sorpresa per una decisione così risoluta ancorché improvvisa. Sta di fatto che –dal grande novero di Nazioni africane che nel 1949, all’atto della scissione di Taiwan dalla Cina, riconobbero Taiwan- ad oggi siano solo Swaziland, Sao Tome e Principe e Burkina Faso ad essere le uniche Nazioni che ancora sono alleate di Taiwan. Così come è altrettanto vero progressivamente s’è infittita la rete delle relazioni delle Nazioni africane (soprattutto quelle della cosiddetta “Africa Nera”) con la Cina, si tratta di una porzione d’Africa che si fa sempre più vasta e che in Pechino ha trovato un partner economico prima ancora che un alleato molto valido ed affine ai propri interessi. (…) * Francesco Tortora – L’Indro

 

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