18/12/13 – Sud Sudan -L’esercito stringe la morsa sui sostenitori di Riek Machar

di AFRICA

 

Stanno continuando gli scontri a Juba, la capitale del Sud Sudan, e la situazione resta tuttora incerta sebbene il governo si prodighi a diramare comunicati rassicuranti. Fonti di stampa sud-sudanesi hanno riferito che ieri il coprifuoco è stato ripetutamente violato e che i militari della Guardia presidenziale hanno preso d’assalto e saccheggiato l’abitazione dell’ex presidente Riek Machar, diventato il principale oppositore politico del presidente Salva Kiir da quando lo scorso luglio era stato costretto alle dimissioni insieme al resto del governo.

Di Machar e di dove si trovi si sa poco o nulla. La sua abitazione era comunque sotto protezione e chi si trovava all’interno è stato probabilmente ucciso o arrestato. Intensi conflitti a fuoco hanno anche interessato l’abitazione dell’ispettore generale della polizia, Pieng Deng Kuol, all’interno della quale secondo alcune fonti si sarebbero trovati diversi alti esponenti del Movimento popolare di liberazione del Sudan (Splm) messi da parte da Kiir nei mesi scorsi. Agli arresti sono comunque finiti diversi ex ministri, anche di rilievo. Tra di loro, l’ex ministro alle Finanze Kosti Manibe, l’ex ministro alla Giustizia John Luk Jok, l’ex ministro degli Interni Gier Chuang Aluong.

L’incertezza riguarda anche la possibile sorte che potrebbe toccare a Rebecca Nyandeng de Mabior, vedova del defunto leader della causa sud-sudanese John Garang. Le sue posizioni nei confronti di Kiir si sono infatti fatte molto critiche dallo scorso luglio in poi.

Il ministro degli Interni di Juba, Aleu Ayeny Aleu, ha sostenuto che gli attuali sviluppi fanno parte di una campagna di sicurezza per neutralizzare gli uomini considerati vicini a Machar. Intanto, secondo primi bilanci, i morti sarebbero finora almeno 66; il governo starebbe pensando a una fossa comune. * Maria Scaffidi – Atlasweb

 

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