15/10/13 – Nigeria – Centinaia di prigionieri uccisi, esercito sotto accusa

di AFRICA

 

Morti di fame o a causa delle percosse, fucilati o soffocati: storie ordinarie, denuncia Amnesty International, nelle carceri e nei centri di detenzione gestiti dall’esercito della Nigeria.

In un rapporto pubblicato oggi, l’organizzazione non governativa con sede a Londra sostiene di aver “informazioni credibili” secondo le quali nei primi sei mesi di quest’anno i decessi di prigionieri detenuti da militari sono stati più di 950. “La maggior parte dei casi – si legge nel rapporto – sono stati riscontrati in centri utilizzati dall’esercito per detenere persone sospettate di far parte o di sostenere il gruppo armato islamista Boko Haram”. Secondo Lucy Freeman, vice-direttrice della sezione africana di Amnesty, si tratta di “numeri straordinariamente alti che impongono un intervento urgente da parte del governo della Nigeria”.

Testimonianze di ufficiali delle Forze armate e di ex prigionieri avrebbero confermato che gran parte dei decessi è avvenuta negli Stati nord-orientali del paese dove, da maggio, l’esercito sta conducendo un’offensiva contro Boko Haram. Nel rapporto si sostiene che gli abusi sono stati particolarmente frequenti in una base militare di Giwa, a Maiduguri, la capitale dello Stato di Borno, e in due centri di detenzione a Damaturu, la capitale del vicino Stato di Yobe: il “Settore Alpha”, noto anche come Guantanamo, e la “Casa del presidente”.

Quest’anno Amnesty aveva già denunciato abusi commessi dalle forze di sicurezza della Nigeria. In un rapporto diffuso a febbraio l’organizzazione non governativa calcolava che ogni anno centinaia di persone sono uccise dalla polizia senza che sulle loro morti siano condotte inchieste adeguate o che sia possibile accertare eventuali responsabilità degli agenti. Nello studio erano presi in considerazione fatti avvenuti nello Stato meridionale di Rivers, situato nella regione petrolifera del Delta del Niger. Un’area del paese, secondo Amnesty, che almeno sul piano delle modalità di intervento della polizia può essere ritenuta rappresentativa di una realtà nazionale. – Misna

 

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