07/06/13 – Tunisia – Terrorismo riaccende orgoglio nazionale

di AFRICA

 

La Tunisia sta reagendo, con forza ed anche con rabbia, al ripetersi di attacchi terroristici, l’ultimo dei quali, ieri mattina, ha provocato la morte di due soldati, uccisi dallo scoppio di un ordigno rudimentale al passaggio del loro automezzo, all’ingresso del villaggio di Doghra, ai piedi del monte Chaambi.

Il Paese appare scosso da quanto accade e non mancano le manifestazioni di sostegno alle forze armate che stanno pagando, nelle ultime settimane, un prezzo altissimo alla lotta contro l’integralismo armato islamico che agisce soprattutto nelle zone di confine con l’Algeria.

E non mancano le polemiche nei confronti di un governo che, pur se sta ora reagendo, e’ accusato senza mezzi termini di averlo fatto con enorme e colpevole ritardo, creando le condizioni che oggi consentono a formazioni armate di agire anche con una certa liberta’.

Che i sentimenti nazionali stiano risorgendo e’ testimoniato anche da quanto accaduto ieri, a Kasserine, all’arrivo dell’automezzo militare che portava, nell’obitorio dell’ospedale regionale, le spoglie dei due soldati uccisi, Lazhar Khadhraoui e Sadok Dhaouadi. Davanti all’ingresso dell’obitorio si e’ creata una piccola folla, tenuta lontano dall’automezzo dai colleghi delle due vittime. La gente, dopo attimi di visibile commozione, ha rotto il silenzio di quei momenti cominciando a cantare a squarciagola l’inno nazionale tunisino.

Un altro significativo segnale e’ poi arrivato a Chrayea, nel governatorato di Kasserine, quando, dopo la preghiera del pomeriggio, si sono svolti i funerali di Lazhar Khadhraoui, al quale la famiglia non ha voluto partecipassero le autorita’ ufficiali che pure avevano annunciato la volonta’ di essere presenti. I familiari hanno accettato solo la presenza dei commilitoni del giovane soldato ucciso.

Gia’ nei giorni scorsi, in occasione di altri attentati sempre nella zona di monte Chaambi, la popolazione era scesa in strada per sottolineare la sua vicinanza alle forze armate e per reclamare dal Governo maggiori mezzi per combattere il terrorismo. E il fatto che il sanguinoso attentato di ieri sia stato fatto non in una zona isolata, ma in una localita’ abitata ha acuito la rabbia della gente che chiede ora una inversione di rotta nell’azione di contrasto ai gruppi terroristici che agiscono nella zona e che sembrano avere mutuato, dalla guerriglia algerina, strategie e metodi di lotta.* Diego Minuti – ANSAmed

 

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