La formazione jihadista di Ajnad Misr (Soldati dell’Egitto) ha rivendicato gli attentati dinamitardi che ieri hanno causato la morte di due artificieri e il ferimento di 11 loro colleghi davanti al palazzo presidenziale del Cairo.
Con un comunicato su un sito jihadista, la formazione si “felicita” di aver attirato gli “apparati di sicurezza nella trappola tesa davanti al palazzo presidenziale”. Riferendosi ad un proprio precedente comunicato, Anjad ricorda che l’operazione doveva essere compiuta dieci giorni fa ma era stata annullata per evitare vittime civili. Gli ordigni usati sono di “nuovo tipo” e non sono mai stati rilevati dagli apparecchi delle forze di sicurezza egiziane “molto vecchi”, sostiene il gruppo, che ha già rivendicato attentati avvenuti nella capitale egiziana.
Il comunicato fra l’altro prevede che il “regime del massacratore”, essendo “fragile”, “cadrà molto rapidamente” e in Egitto verrà instaurata la sharia. Da parte loro i Fratelli musulmani, movimento dichiarato terrorista in Egitto, hanno preso le distanze dalle bombe di ieri. In un comunicato in cui si esprime condoglianze alle famiglie delle vittime si sottolinea che le esplosioni sono state “un’aggressione contro anime innocenti”. Affinche’ “il popolo sappia chi getta olio sul fuoco”, i Fratelli musulmani chiedono “un’inchiesta franca e trasparente” che tenga conto delle rivendicazioni della formazione jihadista Ajnad Misr La Confraternita islamica era stata bandita in settembre e dichiarata terrorista a dicembre, immediatamente dopo un attentato da 16 morti dalla matrice controversa.
Intanto, il giorno dopo i nuovi attentati ed alla vigilia dell’anniversario della deposizione del presidente islamista, Mohamed Morsi, sono state arrestate quattro persone con l’accusa di istigazione alla violenza e minaccia per la sicurezza nazionale, in particolare nelle manifestazioni non autorizzate prevedibili per giovedì. Uno degli arrestati è Magdi Ahmed Hussein, capo del partito Istiklal, direttore del giornale islamista El-Shaab e uno dei dirigente della Coalizione anti-golpe, che reclama il ritorno di Morsi. Arrestati anche Nasr Abdel Salam e altri due dirigenti del movimento integralista ma non-violento Jamaa Islamiya, anch’essa vicino alla coalizione pro-Morsi.
Un sms dell’agenzia Mena annuncia inoltre l’arresto di un “takfiri” (estremista islamico) “molto pericoloso”.
Da fonti della sicurezza di alto livello si è appreso che sono in corso numerose indagini interne per carenze nel monitoraggio dei siti internet islamisti di cui si sta procedendo alla chiusura, fra cui quello dell’Anjad Misr, che ha rivendicato le bombe di ieri. (ANSAmed).