Uganda, boom della produzione di caffè

di Enrico Casale

Le esportazioni di caffè ugandese nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia di coronavirus hanno registrato una crescita. Secondo i dati forniti dall’Uganda Coffee Development Authority la scorsa settimana, rilanciati dai media locali, le esportazioni di caffè tra marzo 2020 e febbraio 2021 sono state pari a 5,56 milioni di sacchi per un valore di 511,21 milioni dollari, dai 4,74 milioni di sacchi per un valore di 459,47 milioni di dollari dell’anno precedente. L’aumento è stato del 17% e dell’11% sulla quantità e sul valore. A febbraio, l’Uganda ha esportato 563.763 sacchi di caffè da 60 kg per un valore di 50,55 milioni di dollari.

Il ministro dell’Agricoltura, Vincent Ssempijja, ha dichiarato che la recente crescita delle esportazioni va attribuita all’aumento della produzione e alla razionalizzazione dei trasporti e della logistica dalle fattorie al mercato nonostante le restrizioni di viaggio.

Ha aggiunto, secondo quanto riportano i media locali, che molti esportatori avevano deciso di mantenere le loro scorte nei magazzini fino a quando la situazione del mercato non fosse cambiata. «Ad esempio, durante il blocco, spostare il caffè dalle fattorie al porto è stato difficile – ha detto -. Ciò che spiega il costante aumento in questi pochi mesi è che abbiamo affrontato la questione della logistica, dei ritardi e della burocrazia al porto di Mombasa».

Sulla carta, l’Uganda ha l’obiettivo ambizioso di esportare 20 milioni di sacchi di caffè entro il 2022, il che metterebbe il Paese in grado di competere con grandi produttori di caffè come Etiopia, Vietnam e Brasile.

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