Tripoli non annullerà l’accordo marittimo siglato con la Turchia

di Valentina Milani
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Il primo ministro libico Abdul Hamid Dbeibah ha ribadito che Tripoli non annullerà l’accordo marittimo siglato con la Turchia, e contestato dalla Grecia, sottolineando che l’intesa è nell’interesse del popolo libico.

“Non concordiamo con la Grecia nella sua valutazione dell’accordo marittimo tra Libia e Turchia che serve ai libici e quindi non lo abbandoneremo”, ha detto in un’intervista rilasciata all’emittente del Qatar, al Jazeera.

Il 27 novembre 2019 Ankara ha sottoscritto due memorandum di intesa con il precedente governo di accordo nazionale libico, guidato da Fayez al Sarraj, riguardanti la sicurezza e la cooperazione militare e la demarcazione dei confini marittimi nel Mediterraneo Orientale. L’attuale prmier libico aveva già rivendicato la legittimità dell’intesa marittima con la Turchia ricevendo a Tripoli, a inizio aprile, il premier greco Kyriakos Mitsotakis, che ne contesta la legittimità, chiedendone la cancellazione.

Interpellato sulla presenza in Libia di forze straniere e mercenari, il cui ritiro è previsto dall’accordo di cessate il fuoco raggiunto lo scorso ottobre, Dbeibah ha detto: “Grazie ai nostri colloqui con diversi paesi, ci sono buoni segnali per il ritiro dei mercenari dalla Libia”.

Secondo stime Onu sarebbero circa 20.000 i combattenti stranieri presenti nel Paese, in maggioranza siriani reclutati dalla Turchia e dal gruppo russo Wagner durante la guerra scoppiata nell’aprile del 2019 con l’attacco a Tripoli da parte del generale Khalifa Haftar.

E se dopo anni di combattimenti e divisioni, il nuovo governo di unità nazionale insediatosi lo scorso marzo è riuscito a “unificare l’80% delle istituzioni dello Stato”, secondo Dbeibah, proprio la riunificazione delle istituzioni militari rimane problematica. Il premier ha rimarcato che “nucleo della riunificazione” rimane il Comitato militare congiunto 5+5, formato da cinque rappresentanti delle forze di Haftar e da altrettanti delle forze di Tripoli, protagonista, con la mediazione dell’Onu, dell’accordo di cessate il fuoco.

Quindi ha precisato che il suo governo non si coordina con Haftar, ma con “il capo della polizia e il sindaco di Bengasi”, dove avrebbe voluto tenere una riunione di governo lo scorso 25 aprile per poi visitare la regione e incontrare funzionari locali. Ma il vertice di governo è stato cancellato dopo che miliziani fedeli al generale hanno circondato l’aeroporto di Benina. Nel corso dell’intervista ad al Jazeera, il capo del governo libico ha giustificato la cancellazione della visita con problemi logistici, assicurando che l’esecutivo visiterà presto la città.

Il nuovo esecutivo, ha concluso, vuole “sanare le divisioni e promuovere la riconciliazione nazionale”, con l’obiettivo di tenere le elezioni come previsto dalla road map concordata dal Forum di dialogo politico libico, il prossimo 24 dicembre.

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