Tra gennaio e maggio di quest’anno, 954 cittadini congolesi hanno presentato domanda di asilo in Belgio, ex potenza coloniale, il doppio rispetto allo stesso periodo del 2023. Lo ha riferito martedì l’emittente Vrt Nws, citando dati ufficiali.
Con questi numeri, i congolesi diventano il secondo gruppo per richieste d’asilo in Belgio nel 2024, subito dopo i palestinesi. Un aumento che si inserisce in un contesto di grave instabilità nella Repubblica Democratica del Congo, dove i combattimenti nel Nord Kivu si sono intensificati dall’inizio dell’anno. Il gruppo ribelle M23 ha preso il controllo di ampie aree, incluse le città strategiche di Goma e Bukavu, causando lo sfollamento di centinaia di migliaia di persone.
Tuttavia, secondo l’analista politico Koen Vlassenroot, esperto di Africa all’Università di Gand, la maggior parte dei congolesi in fuga resta bloccata all’interno del Paese: “La zona orientale è sotto il controllo dell’M23. Milioni di persone sono intrappolate e non riescono a lasciare l’area”.
Molti civili in fuga si spostano internamente, verso villaggi più sicuri o verso la capitale Kinshasa, oppure cercano rifugio nei Paesi confinanti. Di conseguenza, solo una piccola parte delle domande d’asilo in Belgio proviene dalle aree di conflitto. “Quasi il 70% dei richiedenti asilo congolesi dichiara di essere nato nella regione di Kinshasa – ha confermato l’Ufficio Immigrazione -. I profughi dal fronte orientale sono pochissimi”.
Secondo le stesse autorità belghe, gran parte delle richieste attuali riflette condizioni di disagio socioeconomico più che emergenze legate al conflitto armato. Solo circa il 10% dei richiedenti provenienti dall’area di Kinshasa ottiene effettivamente l’asilo.