Sudan: militari, un nuovo governo è imminente

di Enrico Casale
Sudan

L’esercito sudanese ha detto che la formazione di un nuovo governo è “imminente”, dopo la presa militare del potere della scorsa settimana che ha scatenato la condanna internazionale e proteste di massa contro il golpe.

La presa del potere militare del 25 ottobre ha spinto i mediatori locali e internazionali a fare pressioni per un compromesso tra le due parti. “Stiamo valutando tutte le iniziative interne ed esterne per servire l’interesse nazionale”, ha affermato il consigliere per i media del generale Abdel Fattah al-Burhan, Taher Abouhaga, citato da Sudan Tv. “La formazione del governo è imminente”, ha detto.

Anche l’inviato speciale delle Nazioni Unite per il Sudan, Volker Perthes, ha affermato in un’intervista a Reuters che i colloqui in corso hanno prodotto i contorni di un potenziale accordo per il ritorno alla condivisione del potere tra civili e militari. In questo patto rientrerebbe anche il ritorno del primo ministro Abdalla Hamdok alla guida di un governo di tecnocrati, oltre alla revoca dello stato di emergenza e agli adeguamenti alcune istituzioni di transizione. Perthes ha detto che l’accordo dev’essere raggiunto in “giorni e non settimane” prima che le posizioni di entrambe le parti si irrigidiscano.

“Diventerà anche più difficile per i militari, poiché aumenteranno le pressioni per nominare un governo, qualunque sia la sua credibilità. E le posizioni di entrambe le parti si indurirebbero. Stiamo parlando di giorni non di settimane”, ha aggiunto. I colloqui, secondo Perthes, rappresentano effettivamente “l’ultima possibilità” per i militari di arrivare a un accordo negoziato”.

La comunità internazionale chiede da giorni il reintegro di Hamdok, mentre Paesi arabi come l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti hanno sollecitato il ripristino della transizione a guida civile. Al-Burhan, ha insistito sul fatto che la presa del potere da parte dell’esercito non fosse “un colpo di stato” ma una mossa “per rettificare il corso della transizione”. Da allora ha promesso di formare un altro governo civile. Gli spiragli per un compromesso sembrano esserci: ieri al-Burhan ha annunciato la scarcerazione di quattro ministri civili arrestati insieme ad Hamdok.

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