Sudan, in aumento i delitti d’onore

di claudia

di Simona Salvi

Allarme degli attivisti per l’aumento in Sudan dei cosiddetti “delitti d’onore”: dall’inizio dell’anno sono almeno 11 le donne uccise da propri familiari, più del doppio del numero complessivo registrato lo scorso anno. E si stima che il numero reale sia molto più alto.

A settembre una donna di 18 anni, Aisha Abakar, è morta nella regione sudanese del Darfur dopo essere stata aggredita da familiari che sospettavano fosse incinta. Sempre in Darfur, un’altra donna di 21 anni è stata uccisa da fratelli e cugini che credevano stesse inviando messaggi a un fidanzato con il suo cellulare.

Secondo Nahla Yousif, leader dell’organizzazione regionale Future Development Organisation che si batte per i diritti delle donne, i numeri registrati finora sarebbero solo la “punta dell’iceberg”: “Credo ci siano tanti altri crimini simili nei villaggi e nelle città che non sono arrivati ai media. Abbiamo solo sentito parlare di quelli che vengono denunciati alla polizia. Si tratta di ignoranza e mancanza di consapevolezza, pensano che sia vergognoso vedere le loro figlie avere relazioni”.

Anche l’aumento dei cellulari a disposizione delle donne avrebbe innescato violenze da parte degli uomini che vogliono avere il controllo sulle vite delle donne delle loro famiglie, secondo Yousif: “Anche le giovani attiviste che lavorano per documentare gli abusi che le persone subiscono nei campi sfollati sono prese di mira dai loro parenti. Abbiamo dovuto offrire riparo ad alcune donne perché avevano gli smartphone e i loro parenti pensavano che avrebbero chattato con uomini”.

Secondo la leader dell’organizzazione, “questi crimini ci sono sempre stati, ma ora stanno aumentando perché i responsabili non vengono chiamati a risponderne”. Intervistata dalla Bbc, la direttrice generale dell’unità del governo impegnata nel contrasto alla violenza contro le donne, Sulaima Ishaq Al Khalifa, ha ammesso che ogni iniziativa è oggi minata dalla perdurante instabilità del Paese, in particolare dopo il colpo di stato militare dello scorso anno. Al Khalifa ha poi spiegato che spesso i padri coinvolti negli omicidi ricevono condanne leggere perché considerati capifamiglia. La direttrice ha tenuto a rimarcare che i delitti d’onore non sono radicati nella società sudanese, sospettando che dietro il recente aumento dei casi abbia svolto un ruolo l’estremismo religioso.

Tuttavia, una ricerca condotta dall’Arab Barometer nel 2019 ha rivelato che in Sudan più di un quarto delle persone con più di 35 anni ritiene accettabili i “delitti d’onore”.

Le organizzazioni delle donne temono per i propri diritti anche dopo che, lo scorso luglio, una donna è stata condannata a morte per lapidazione per adulterio e dopo che ad agosto il governo ha annunciato la creazione di una nuova unità di polizia, lasciando intendere un ritorno della “polizia morale” attiva sotto il governo dell’ex presidente Omar al-Bashir.

Yousif ha detto al Guardian che la sua organizzazione sta pianificando manifestazioni di piazza per aumentare la consapevolezza sui casi di violenza e sta sollecitando un intervento da parte dell’Ordine degli avvocati del Darfur perché i “delitti d’onore” siano processati in tribunale. 

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