Sudan – Giura il Consiglio sovrano con a capo Al Burhan

di AFRICA

Hanno giurato ieri pomeriggio nel palazzo presidenziale di Khartoum, i cinque componenti militari e i sei membri civili che formeranno il Consiglio sovrano che guiderà il Sudan per il periodo di transizione che durerà tre anni.

Anche se con qualche giorno di ritardo hanno ormai preso iI via le varie fasi dell’Accordo di transizione firmato ufficialmente sabato scorso dall’alleanza per la Libertà e il Cambiamento, l’ombrello che racchiude le diverse forze di opposizione, e il Consiglio militare di transizione (Tmc) che aveva preso il potere dopo la destituzione dell’ex-presidente Omar al-Bashir.

Ieri mattina il generale Abdel Fattah al Burhan, capo uscente Tmc, aveva anch’esso prestato giuramento come capo del Consiglio sovrano, carica che manterrà per 21 mesi per poi lasciarla a un membro scelto dalla parte civile che trainerà il paese fino alle elezioni che dovrebbero aver luogo nel 2022, come ricorda la BBC. In serata invece è stata la volta del giuramento del nuovo primo ministro Abdalla Hamdok, scelto la scorsa settimana dall’opposizione civile anche per la sua esperienza come economista e perché ha molta esperienza, avendo prestato servizio in diverse istituzioni internazionali.

La formazione del Consiglio sovrano è stata ufficializzata con un decreto costituzionale emesso dallo stesso Burhan e in seguito annunciata dal portavoce del Tmc, Shams al Din Kabbashi, in una conferenza stampa tenuta martedì sera a Khartoum.

In linea con la Dichiarazione costituzionale approvata lo scorso 17 agosto, il governo sarà incaricato di dirigere la politica nazionale durante il periodo di transizione, ma dovrà condividere il comando delle forze armate con il Consiglio sovrano.

Del Consiglio fanno parte anche due donne. Tra i membri, quattro sono militari oltre ad al Burhan: il già citato Kabbashi, Yasser Fatel-Rahman Hassan Al-Atta, Ibrahim Jaber e Mohamed Hamdan Dagalo, il famigerato e controverso capo delle “Forze rapide di supporto”, noto anche come ‘Hemedti’.

Ayesha Musa Saeed, dell’Iniziativa di raduno nazionale, è l’unica donna scelta per la componente civile. Insieme a lei, si sono insediati Hassan Sheikh Idris Qadi, Al-Siddiq Tawer Kafi, Mohammed al-Fekki Suleiman, Mohamed Osman Hassan al-Taayeshi.

A sorpresa, l’undicesimo membro, scelto sulla base di un’intesa tra militari ed esercito e considerato neutrale, è un’altra donna: si tratta di Rajaa Abdelmaseeh, una giudice cristiana copta.

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