Studentessa italo-marocchina in carcere da un mese per un post sul Corano

di Marco Trovato

Si chiama Ikram Nazih, è nata ed è cresciuta in Brianza. Dallo scorso 28 giugno si trova in carcere a Rabat, in Marocco, con l’accusa di oltraggio alla religione musulmana. Il reato? Aver pubblicato nel 2019 un post di Facebook (rimosso poco dopo dalla stessa ragazza) considerato oltraggioso della religione islamica…

È finita in carcere per avere ironizzato sul Corano, il libro sacro dell’Islam, e ora rischia 3 anni e mezzo di reclusione. Si chiama Ikram Nzihi è una studentessa italo-marocchina.

Da un mese si trova in prigione in Marocco dove era rientrata per trascorrere un periodo di vacanze. Era tranquilla, non sospettava di rischiare tanto. Eppure lo scorso 19 giugno al suo ingresso nel Paese africano, proveniente da Avignone dove risiede per motivi di studio, è stata fermata dalla polizia e nell’arco di una settimana è stata processata da un tribunale marocchino che l’ha condannata a tre anni e mezzo di prigione e una multa di 50.000 Dirham per offese alla religione.

Su di lei pendeva una denuncia presentata alle autorità di Rabat da un’associazione religiosa marocchina che aveva segnalato alla magistratura un post sui social della ragazza risalente al 2019 considerato oltraggioso della religione islamica.

Nel post incriminato, pubblicato 3 anni fa su Facebook, si ironizzava su un versetto del Corano definendolo “versetto del whiskey”. Il post all’epoca era stato rimosso quasi subito dalla stessa ragazza (anche a causa dei tanti commenti offensivi ricevuti). Ma quel commento non era passato inosservato in Marocco.

Dopo la vicenda di Patrick Zaki – lo studente italo-egiziano arrestato il 7 febbraio 2020 all’aeroporto del Cairo dalle autorità egiziane e tuttora detenuto con l’accusa di terrorismo e diffamazione dello Stato, mediante i social network – ora c’è anche il caso di Ikram Nazih a scuotere la politica e la nostra diplomazia.

Il Ministero degli Affari Esteri assicura di seguire con estrema attenzione il delicato caso. L’ambasciatore italiano in Marocco, Armando Bucco, è personalmente coinvolto nella vicenda, ha visitato la ragazza in carcere e dialoga costantemente con le autorità locali. Il Consolato generale a Casablanca sta monitorando lo stato di salute della ragazza attraverso il proprio medico di fiducia.

La giovane studentessa italo-marocchina ieri ha trascorso il suo primo mese di carcere. La sua situazione è stata portata all’attenzione del Parlamento dal deputato leghista Massimiliano Capitanio, che è nato a Vimercate, cittadina in provincia di Monza e Brianza, proprio come come Ikram Nazih.

Ieri l’onorevole Capitanio, 47 anni, già giornalista, oggi capogruppo leghista in Vigilanza Rai, ha rilasciato una nota per tenere alta l’attenzione sulla vicenda: “Nel rispetto delle leggi locali, è preoccupante che una ragazza con cittadinanza italiana si trovi in questa situazione per aver condiviso, e poi rimosso, un post su Facebook. Oggi, in Commissione Esteri, abbiamo avuto la rassicurazione da parte del sottosegretario agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano, della massima attenzione da parte della Farnesina e di un pieno sostegno alla famiglia e all’avvocato. Senza invasioni di campo, abbiamo chiesto al ministero un ulteriore impegno nel dialogo con le autorità marocchine, per arrivare almeno alla concessione dei domiciliari alla ragazza. Chiediamo inoltre un approfondimento per capire se quello della ragazza sia un caso isolato o se sia in corso un monitoraggio, anche attraverso i social, dei comportamenti e delle libertà dei cittadini con doppia cittadinanza, perché questa seconda ipotesi sarebbe grave e preoccupante. Un ringraziamento all’ambasciatore e ai consoli che stanno garantendo almeno una visita settimanale in carcere alla ragazza per farle sentire il supporto e la vicinanza dello Stato”. 

A differenza di quanto accaduto per Patrick Zaki al momento non si registrano manifestazioni di piazza, sit-in o eventi di solidarietà a favore della studentessa italo-marocchina. Nessuna iniziativa nemmeno dall’amministrazione (a guida grillina) della città di Vimercate. Dal Consiglio comunale è giunta un’interrogazione della Lista Civica Vimercate Futura che invita il sindaco Francesco Sartini a “informare la cittadinanza riguardo questa vicenda e al fine di mantenere alta l’attenzione rispetto alla condizione in cui si trova Ikram Nazih”, mentre il gruppo di Sinistra Italiana Monza e Brianza ha pubblicato un post – poi rilanciato da un comunicato stampa – con l’hashtag #ikramnazih e l’immagine che vedete qui riproposta all’inizio dell’articolo: “Ancora una volta vengono calpestati i diritti civili e la libertà di espressione, – si legge – è necessario che sulla vicenda della cittadina italiana Ikran Nazih si tengano i riflettori accesi e si mettano in atto tutte le pressioni necessarie affinché si giunga presto alla sua scarcerazione”.

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