Sierra Leone, l’Onu chiede misure più severe contro le Mgf

di claudia

Gli esperti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani hanno chiesto misure più severe per prevenire e sanzionare le mutilazioni genitali femminili (Mgf) in Sierra Leone, a seguito del procedimento penale sulla morte di una studentessa di 21 anni sottoposta a tale pratica nel distretto di Bonthe, nella provincia del Sud.

“La mutilazione genitale femminile è una grave forma di violenza contro le donne e le ragazze che equivale alla tortura. Viola i diritti fondamentali delle vittime, tra cui l’integrità fisica e il diritto a non essere sottoposte a tortura o ad altri trattamenti crudeli, alla vita e alla salute sessuale e riproduttiva”, hanno dichiarato gli esperti.

Secondo l’Onu le mutilazioni genitali femminili “non possono essere né normalizzate né utilizzate come giustificazione per invocare costumi socioculturali e religiosi a scapito del benessere di donne e ragazze”. Devono piuttosto essere “interpretate in linea con la più ampia tendenza alla violenza di genere, che semplicemente non può continuare ad essere impunita”.

Secondo quanto riportato, il procedimento penale contro uno degli autori accusati di mutilazioni genitali femminili che hanno portato alla morte della ragazza in Sierra Leone è stato ostacolato dall’incapacità sistemica di proteggere donne e ragazze. “La mancanza di una legislazione specifica e applicabile che criminalizzi e punisca espressamente le mutilazioni genitali femminili ostacola le indagini giudiziarie o di altro tipo e la persecuzione di queste pratiche dannose e delle uccisioni illegali”, hanno dichiarato gli esperti.

L’Onu ha pertanto esortato il governo della Sierra Leone a stabilire una serie completa di divieti legali, anche rafforzando i protocolli d’intesa con gli operatori locali e modificando la legge sui diritti dell’infanzia per vietare esplicitamente l’esecuzione di mutilazioni genitali femminili alle ragazze di età inferiore ai 18 anni.

Hanno infine accolto con favore l’annuncio del presidente della Sierra Leone, Julius Maada Bio, sull’intenzione di sostenere all’unanimità un disegno di legge sulla maternità senza rischi, che contribuirà a migliorare l’accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva per le donne e le ragazze.

“La Sierra Leone sta compiendo passi concreti e significativi verso l’avanzamento dei diritti umani. La risposta del governo alle mutilazioni genitali femminili dimostrerà se questo impegno può estendersi ai diritti delle donne”, hanno dichiarato gli esperti. 

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