Senegal: migrare è difficile, la sensibilizzazione di una Ong milanese

di Valentina Milani
Immigrazione: seminare paura per raccogliere voti

Emigrare può essere rischioso e comunque è un processo difficile. Chi lascia il proprio Paese dev’essere quindi consapevole di ciò cui va incontro. Per questo motivo l’Ong milanese Acra, in collaborazione con l’Ong belga Eclosio, l’associazione spagnola La Bolina, il Comune di Milano e la Città di Torino, ha lanciato “Diaspora in Action” un progetto che, attraverso videotestimonianze di giovani connazionali, ha voluto sensibilizzare i potenziali migranti residenti in Senegal sui pericoli della migrazione irregolare verso Italia, Belgio e Spagna.

Dopo quasi due anni di attività, oggi si tiene l’evento di chiusura del progetto a Dakar e online, con l’intervento di partner, autorità locali, organizzazioni della società civile, stampa, associazioni giovanili, femminili e migranti di ritorno.

L’obiettivo di “Diaspora in Action” era quello di diffondere informazioni oggettive ai potenziali migranti e decostruire gli stereotipi sui Paesi di destinazione in Europa, attraverso le voci dei membri della diaspora. I giovani (15-35 anni) sono stati i destinatari principali della campagna, insieme alle loro famiglie e comunità nelle regioni di Dakar, Fatick, Sédhiou e Kolda, coinvolgendo testimonial della diaspora che vivono in Italia, Belgio e Spagna.

Le informazioni e i messaggi della campagna sono stati diffusi attraverso vari mezzi: reti sociali, focus group, radio comunitarie, TV locali, incontri nelle scuole e immagini di sensibilizzazione, soprattutto nelle zone rurali ad alto tasso di partenze irregolari. I membri della diaspora ed i migranti di ritorno intervistati hanno partecipato alla creazione di circa 60 video testimonianze, di cui 15 sono state prodotte in Italia. Le testimonianze in lingue locali (wolof, mandingue, poular e diola), sottotitolate in francese, sono visibili sulle pagine Facebook del progetto, di Acra e dei partner.

“Tanti ragazzi sono qua e vivono per strada, vogliono tornare ma non hanno il coraggio. Se vieni qua, la tua famiglia pensa che sei sistemato, quindi iniziano a chiedere tanto. Pensano che stai bene, però non è vero, qua è una lotta, nel senso che niente è facile”, racconta Malik 19 anni, di Fatick, in Italia da 6 anni.

“Il consiglio che darei ai potenziali migranti è che devono rendersi conto che possono avere successo ovunque si trovino, ma tutto dipende dalle loro capacità e determinazione. Molti pensano che l’Eldorado sia in Italia, ma non tutto è roseo qui”, spiega Aliou Diop, di Dakar che vive in Italia da 27 anni.

Oltre alle testimonianze diffuse sui social e su gruppi WhatsApp, la campagna di sensibilizzazione si è svolta in Senegal con il coinvolgimento diretto delle comunità interessate, con più di 40 focus group in 36 villaggi, incontri con 650 studenti di 8 licei, 18 trasmissioni radio con focus sul ruolo delle donne e interventi dei testimonial in Europa e migranti di ritorno. I messaggi di sensibilizzazione sono stati diffusi, inoltre, tramite un piano di affissioni e la creazione di graffiti partecipativi ad opera di artisti locali e giovani. Queste attività hanno permesso di raggiungere oltre 500mila senegalesi e potenziali migranti nelle aree di intervento. 

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