Senegal: Akon City, dopo prima pietra non si è mosso più nulla

di Enrico Casale
Akon City

A quasi nove mesi dalla posa della prima pietra, nessun cantiere risulta essere stato avviato per la realizzazione di Akon City, la città afrofuturista da 6 miliardi di dollari, ideata e annunciata dal cantante americano di origine senegalese Akon nella zona di Mbodiène, a un centinaio di chilometri dalla capitale Dakar.

Charlotte Idrac, corrispondente di Radio France International (Rfi) dal Senegal, è andata a fare un sopralluogo constatando che dopo gli annunci roboanti della scorsa estate, nulla si è mosso. Il capo villaggio di Mbodiène, Michel Diome, inizialmente entusiasta del progetto, le ha detto: “Abbiamo posto la prima pietra ma finora non abbiamo avuto informazioni, niente di niente. È il mantenimento di una promessa che stiamo aspettando”.

Seduto all’ombra nel cortile di casa sua, Idrac incontra Jean Marie Diouf, che è in attesa del risarcimento previsto per aver ceduto la sua terra alla Sapco, Società statale per lo sviluppo e la promozione delle coste e delle zone turistiche del Senegal. Akon City teoricamente dovrebbe sorgere anche sul suo terreno espropriato. “Avevo il mio campo di otto ettari che coltivavo e mi offrirono 972.000 franchi (circa 1500 euro) per cederlo. E finora li stiamo inseguendo. Non abbiamo ricevuto un franco“. Interpellati da Rfi né il ministero del Turismo né il produttore Mbacké Dioum, entrambi coinvolti nel progetto, hanno risposto alla domanda di chiarimenti.

Akon City è stata presentata alla stampa lo scorso 31 agosto, come un complesso afrofuturista, ispirato al regno immaginario di Black Panther (la favolosa Wakanda) che cambierà il volto del piccolo villaggio di Mbodiène, sulla Petit Côte, e che teoricamente dovrebbe concludersi nel 2026.

Di Akon City si parla da almeno tre anni. In un primo momento era corsa voce che il terreno fosse stato donato alla star direttamente dallo Stato senegalese. Akon ha dichiarato invece di averlo acquistato e di avere già raccolto un terzo dei 6 miliardi di dollari necessari per la realizzazione del progetto, che è stato affidato all’architetto di Dubai Hussein Bakri. Mantiene però il massimo riserbo sull’identità degli investitori. Quello che si sa è che nei mesi scorsi è stato assegnato al gruppo statunitense Ke International il contratto per lo sviluppo del progetto e la costruzione.

I lavori avrebbero dovuto cominciare all’inizio di quest’anno. La città, che secondo Bakri potrebbe accogliere 300mila persone, andrà a godere di un regime fiscale speciale. Da quello che ha riferito Akon, sarà suddivisa in vari quartieri. In quello dedicato al tempo libero ci saranno un casinò, uno stadio multisport e un centro commerciale. Da qualche parte dovrebbero sorgere un “villaggio delle culture africane” e un hub tecnologico. Il progetto prevede anche complessi residenziali, alberghi, ristoranti, uffici, ospedali, università, una stazione di polizia, una centrale elettrica e un impianto di trattamento dei rifiuti. La prima fase di sviluppo, che dovrebbe essere completata nel 2023, coprirà 55 ettari. Entro la fine del decennio, il complesso dovrebbe espandersi fino a 500 ettari, con un “distretto” agricolo e isole artificiali, e con un porto turistico attrezzato per ospitare navi da crociera.

A chi manifestava perplessità per l’impatto ambientale dell’operazione, Akon ha risposto che tutto è stato progettato in modo da utilizzare materiali locali e sfruttando solo energie rinnovabili. Parole che a suo tempo non hanno convinto Ahmadou Makhtar Kanté, imam della moschea di Point E (quartiere residenziale di Dakar) e noto per la sensibilità ambientalista. Non ho niente di personale contro Akon, ha dichiarato alla testata Dakaractu, ma di fronte a un progetto così imponente ci sono diversi punti che dovrebbero essere chiariti, a partire dall’identità dei finanziatori e delle modalità con cui è stato acquisito il terreno. “Cosa significa che Akon City sarà una zona fiscale speciale?” si chiede l’imam. “Il Parlamento ha visionato le carte e ha la situazione sotto controllo? Il timore è che la popolarità del cantante faccia passare in secondo piano le regole”.

Nato nel Missouri da genitori senegalesi, Akon ha mantenuto dei forti legami, anche imprenditoriali, con il paese d’origine. La sua fondazione privata. Konfidence, è particolarmente attiva nel campo dell’educazione e della formazione.

(Stefania Ragusa)

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