Sahel, insicurezza provoca 5 milioni di sfollati

di Enrico Casale
Rifugiati

Il Sahel conta quasi 5 milioni di persone sfollate, fuggite dalle proprie case per mettersi in salvo da violenza e insicurezza, ma anche dalla devastazione dei campi dovuta al cambiamento climatico e al sottosviluppo. È l’allarme lanciato da Filippo Grandi, Alto commissario Onu per i rifugiati (Unhcr), secondo cui l’ondata è in aumento a causa degli attacchi jihadisti e dei conflitti comunitari ed è inoltre aggravata dal sottosviluppo e dal riscaldamento globale. Grandi si trova in Ciad da ieri in visita ufficiale.

Il Paese più colpito da questa crisi umanitaria è il Burkina Faso. Da fine giugno 2022, la regione del Sahel (Burkina Faso, Mali, Mauritania, Niger e Ciad) “sta affrontando una grave crisi umanitaria prolungata, che ha costretto 4.820.871 persone a fuggire dalle proprie case”, tra cui quasi tre milioni di sfollati all’interno dei loro paesi.

“Il Paese più colpito è il Burkina Faso, che conta quasi due milioni di sfollati interni”, ha detto ieri sera il diplomatico italiano in un’intervista all’Afp nel campo di Kalambari, che ospita circa 8.000 rifugiati: “Due anni fa ne abbiamo registrati 500.000 in Mali e Burkina Faso” numeri “che già mi sembravano enormi”. Grandi ha definito la situazione “preoccupante”, soprattutto per Burkina Faso e Mali: una crisi dovuta sì ala violenza dei gruppi armati ma anche “alla reazione eccessivamente muscolare dei governi” la cui azione principale di fronte ai jihadisti “è la sicurezza”, non accompagnata da altre misure.

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