Repressione in Nigeria, la condanna sui social e tra le star

di AFRICA
Hastag protesta Nigeria

Dopo quella che la stampa ha definito il “martedì di sangue” in Nigeria e gli scontri di ieri, la condanna della repressione della polizia nigeriana diventa virale, soprattutto su internet. Sotto all’immagine della bandiera nigeriana insanguinata, che sta diventando simbolo della protesta, e all’hastag #EndSars prima, e ora anche #EndPoliceBrutality, persone da ogni parte del mondo manifestano la loro indignazione. Su facebook ad ora 721.497 hanno scritto commenti, condiviso articoli e testimonianze o postato foto e video sulla repressione. Su Instagram, l’hastag #endsars è stato utilizzato 1,2 milioni di volte: immagini degli scontri, video di performance e sketch teatrali, t-shirt con la stampa “Pray for Nigeria”, “#end sars”, slogan come “Black lives matters, anywhere” denunciano la brutalità della polizia o esprimono solidarietà con i manifestanti.

Nelle ultime 48 ore, altre star nigeriane si sono unite al coro. «I leaders distruggono il loro proprio Paese e la gente», posta sul suo account twitter l’artista Yemi Alade. Un semplice pugno alzato su sfondo bianco postato sul suo profilo Instagram dal musicista Wizkid raccoglie in pochissimo tempo 267.500 like, mentre il cantante Davido ne ottiene 1,6 milioni con un video sugli scontri in cui commenta rivolgendosi al presidente nigeriano Muhammadu Buhari: «Come puoi ancora dormire???». I nigeriani della diaspora e in Nigeria restano anche oggi con il fiato sospeso, scongiurando il peggio.

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