Rd Congo, inizia a Kinshasa il viaggio del Papa

di claudia

Il viaggio apostolico di Papa Francesco inizierà il 31 gennaio a Kinshasa (RDC) e si concluderà il 5 febbraio a Giuba (Sud Sudan). A causa dei mai risolti, sanguinosi conflitti per il controllo del territorio e delle risorse naturali e minerarie, è stata annullata la tappa del viaggio papale prevista nell’Est della Repubblica Democratica del Congo.  

Il Paese, che come riporta Reuters è sede della più numerosa comunità cattolica del Continente Africano, è fra i più ricchi al mondo in termini di risorse naturali, eppure, per una enorme e paradossale ingiustizia, in questa ricchezza risiede anche il germe dei conflitti e della povertà estrema che affliggono la popolazione. Si stima che gli sfollati interni siano circa 5,2 milioni, mentre il 72% della popolazione vive in condizioni di estrema povertà. 

Nel Sud del Paese si registra il tasso più alto di mortalità infantile: 1 bambino su 5 muore prima del compimento dei 5 anni. Qui ricchezze naturali e povertà estrema sono legate a doppio filo: nel distretto minerario di Kolwezi, dove si concentrano le riserve di cobalto, dominano infatti violenza e sfruttamento. Nell’area di Kolwezi Still I Rise ha maturato una forte esperienza diretta: attraverso l’apertura nel febbraio 2022 della Scuola di Emergenza e Riabilitazione Pamoja, l’organizzazione ha strappato alle miniere decine di bambini e bambine.

Il lavoro minorile è una piaga ben nota nel Paese e coinvolge circa 40mila bambini (fonte UNICEF, 2014): il dato è sottostimato, non essendoci censimenti ufficiali e aggiornati. Nonostante la RD Congo abbia annunciato di voler eliminare entro il 2025 l’impiego dei bambini nel settore minerario, questo obiettivo è ben lontano dall’essere raggiunto, anche a causa della crescente domanda di cobalto sul mercato globale.

Impiegato nella produzione di smartphone, computer e veicoli elettrici, questo metallo è infatti considerato un materiale critico per l’Unione Europea anche nell’ottica della transizione ecologica: si stima che il suo utilizzo sia destinato a moltiplicarsi di 5 volte entro il 2030, e di 15 volte entro il 2050. La RD Congo produce ed esporta tra il 50% e il 70% del cobalto a livello mondiale, una ricchezza di cui il Paese viene costantemente depredato.

Still I Rise ha lanciato la campagna  “Basta bambini minatori” su Change.org, che ad oggi ha raccolto oltre 40mila firme, proprio per chiedere una regolamentazione e un processo rigido di due diligence su tutte le aziende coinvolte nella filiera produttiva del cobalto. Un cambiamento ai più alti livelli politici e decisionali è infatti urgente e necessario se si vuole davvero porre fine allo sfruttamento della popolazione locale e agli abusi sui minori.

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