Rd Congo: all’asta blocchi petroliferi, anche in zone protette

di claudia
petrolio

La Repubblica Democratica del Congo ha deciso di portare da 16 a 27 il numero di blocchi di esplorazione petrolifera che metterà all’asta la prossima settimana, tra cui due presenti nel Parco Nazionale di Virunga, l’area protetta all’estremità orientale del Paese dove vivono i gorilla di montagna.

Il ministro per gli Idrocarburi, Didier Budimbu, ha detto in un’intervista al Financial Times che il Paese “ha il diritto di beneficiare della sua ricchezza naturale”, dopo che il presidente americano Joe Biden ha chiesto all’Arabia Saudita di aumentare la produzione di petrolio e che l’Unione europea ha riaperto le centrali a carbone per far fronte alle conseguenze della guerra in Ucraina. “Siamo una nazione libera e sovrana, quindi sfrutteremo la nostra ricchezza”, ha sottolineato il ministro, affermando che i proventi della vendita dei blocchi potrebbero essere usati per costruire scuole, autostrade e ospedali.

La Repubblica democratica del Congo, che conta 92 milioni di abitanti, produce oggi circa 25.000 barili di petrolio al giorno da un limitato numero di blocchi onshore e offshore lungo la costa atlantica. Il governo punta da tempo ad aumentare la produzione in altre aree del Paese, ma le preoccupazioni ambientali, la corruzione e la mancanza di opzioni di esportazione hanno frenato finora le attività di esplorazione. Il ministro ha precisato che tra gli 11 blocchi aggiunti all’asta in programma il 28 luglio figurano due zone del parco Virunga da cui anni fa si ritirarono le aziende Soco International e Dominion Petroleum dopo la mobilitazione registrata nel 2014, sollecitata in parte da un documentario Netflix.

“Alcuni anni fa alcune persone ci hanno messo il naso, abbiamo visto attori come Ben Affleck e Leonardo di Caprio salire sul loro cavallo e chiedere lo stop del progetto – ha ricordato Budimbu, citando i due attori americani che hanno fatto una campagna per proteggere il parco che ospita gli ultimi esemplari di gorilla di montagna – questa volta non ci fermeremo”.

I blocchi messi all’asta comprendono anche aree della Cuvette Centrale, una regione di foreste e zone umide definita dagli ambientalisti una “bomba a orologeria di carbonio” a causa delle grandi quantità di anidride carbonica che potrebbero essere rilasciate se si intervenisse nelle zone umide. Gli ambientalisti hanno già chiesto al governo di annullare la gara, annunciata per la prima volta lo scorso anno, per evitare che le trivellazioni possano distruggere le torbiere e altre aree protette.

Lo scorso anno, secondo il ministro congolese, la francese TotalEnergies, l’italiana Eni e la statunitense ExxonMobil figuravano tra le aziende petrolifere che avevano espresso interesse alla gara. Contattate dal Ft, Total ed Eni hanno dichiarato di non avere intenzione di partecipare all’asta della prossima settimana, mentre Exxon non ha risposto. 

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