Razzismo, l’Onu: “secoli di abusi meritano riparazioni”

di Valentina Milani

La Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani ha reso noto ieri un rapporto sul razzismo nel mondo, in cui si raccomandano riparazioni per le vittime della tratta degli schiavi africani. Firmato dall’ex presidente del Cile, Michelle Bachelet, capo delle Nazioni Unite per i diritti umani, il rapporto esamina in profondità secoli di abusi subiti da africani e persone di origine africana. Il documento richiede un approccio “trasformativo” per affrontare l’eredità della schiavitù e del razzismo che continua ancora oggi. Il rapporto è stato commissionato a seguito dell’omicidio di George Floyd, un nero americano ucciso da un poliziotto bianco a Minneapolis nel maggio 2020. L’agente Derek Chauvin è stato condannato a 22 anni e mezzo di carcere la scorsa settimana.

“Le riparazioni sono essenziali per trasformare i rapporti di discriminazione e disuguaglianza e per impegnarsi e investire reciprocamente per un futuro più solido e resiliente di dignità, uguaglianza e non discriminazione per tutti”, si legge nel rapporto. Il documento specifica, tuttavia, che “i risarcimenti non devono essere equiparati solo a compensazioni finanziarie”. Piuttosto, dovrebbe essere adottato un “approccio multidirezionale”, sottolinea.

Il rapporto avverte che non spetta solo ai governi dettare i tipi di riparazione da applicare. Al contrario, “la progettazione e l’attuazione” di qualsiasi tentativo di riparazione dovrebbe essere fatta in consultazione con le comunità delle vittime e dei loro discendenti. Oltre ai governi, il rapporto Bachelet invita anche le imprese e le istituzioni come le università a esaminare i propri legami con la schiavitù e la colonizzazione al fine di valutare le possibilità di riparazione.

Il rapporto constata che esiste un razzismo sistemico in base al quale le popolazioni africani o afro-discendenti sono spesso marginalizzate sia dal punto di vista economico che politico, non hanno un accesso equo alla sanità o all’istruzione, di qualità, e spesso si ritrovano sotto rappresentati nella società. A questo proposito, il rapporto invita gli Stati ad “adottare misure di mobilitazione di tutti i poteri pubblici” in piani con “risorse sufficienti”.

“Chiedo a tutti gli Stati di smettere di negare il razzismo e di iniziare a smantellarlo, porre fine all’impunità e costruire la fiducia, ascoltare le voci delle persone di origine africana, affrontare l’eredità del passato e offrire riparazioni”, ha detto Michelle Bachelet in una nota.

Il rapporto delle Nazioni Unite si basa su discussioni con più di 340 persone – per lo più di origine africana – ed esperti, più di 100 contributi scritti, anche di governi, e una revisione di documenti pubblici. Ha analizzato 190 decessi, principalmente negli Stati Uniti, per dimostrare che i funzionari delle forze dell’ordine sono raramente ritenuti responsabili per violazioni dei diritti e crimini commessi contro persone di origine africana, e ha notato modelli simili di maltrattamenti da parte della polizia in molti paesi.

Il rapporto presenta anche casi, preoccupazioni e la situazione in circa 60 paesi, tra cui Belgio, Brasile, Gran Bretagna, Canada, Colombia e Francia, tra gli altri.

“Non siamo riusciti a trovare un solo esempio di uno Stato che abbia tenuto pienamente conto del passato o che abbia preso in considerazione l’impatto sulla vita delle persone di origine africana oggi”, ha affermato Mona Rishmawi, a capo di un’unità sulla non- discriminazione all’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, in una conferenza stampa. “Il nostro messaggio, quindi, è che questa situazione è insostenibile”, ha aggiunto.

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