Olio di argan, il tesoro del deserto

di Enrico Casale
olio di argan

Su proposta del Marocco, si è celebrata ieri la prima Giornata internazionale dell’argania, l’albero dai cui semi si ricava l’olio di argan. La proclamazione del 10 maggio come Giornata internazionale segue l’adozione di una risoluzione, presentata dal Marocco, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York il 3 marzo 2021, e adottata all’unanimità. La celebrazione esalta la promozione dell’albero di Argan come patrimonio culturale immateriale dell’umanità e fonte ancestrale di sviluppo sostenibile.

Il riconoscimento internazionale premia gli sforzi del Marocco nella protezione e nella valorizzazione dell’albero di argan, in particolare attraverso il lancio di un programma di sviluppo globale. “Questa Giornata è un invito a conoscere, condividere e celebrare questo albero mitico, e per fare della sua coltivazione una leva per uno sviluppo socio-economico sostenibile”, precisa il Rappresentante permanente del Marocco presso le Nazioni Unite, Omar Hilale.

La pianta da cui frutti si ricava l‘olio puro di argan è chiamata argania spinosa. Si tratta di una pianta endemica nel territorio del Marocco e di alcune zone dell’Algeria, in particolare nella regione del Tinduf. L’argania spinosa si presenta come un albero molto imponente, con un’altezza che può raggiungere fino 8 o 10 metri. La pianta dell’argan è anche molto longeva, tanto che può arrivare a vivere addirittura fino a 200 o 250 anni. L’argania spinosa, sopravvive tenacemente sui terreni calcarei di zone semi desertiche, dove molti altri alberi invece perirebbero. Questa forza, rende l’argania un alleato importante contro la desertificazione. Le radici profonde della pianta penetrano il terreno alla ricerca d’acqua, inoltre danno un valido sostegno all’albero, tenendolo ben saldo a terra anche con i forti venti, e infine proteggono il suolo dall’erosione. Uno dei problemi principali per cui oggi l’argania spinosa è in pericolo è che non viene coltivata. Infatti, la maggior parte del raccolto proviene da alberi selvaggi che crescono in aree demaniali.

La risoluzione dell’Onu adottata lo scorso marzo riconosce il contributo del settore argan nell’attuazione dei 17 obiettivi dell’agenda 2030 e nel raggiungimento dello sviluppo sostenibile nelle sue tre dimensioni,  economica, sociale e ambientale. Sottolinea il ruolo delle filiera nell’empowerment e nell’emancipazione delle donne in aree rurali, nel rafforzamento dell’economia solidale, nell’eliminazione della povertà e nello sviluppo umano attraverso il sostegno e la promozione del ruolo delle donne, cooperative e altre forme di organizzazione agricola attive nel il settore dell’argan. Il testo incoraggia la promozione del commercio favorevole alla crescita sostenibile della produzione di argan, sapendo che quest’ultima contribuisce allo sviluppo socio-economico delle popolazioni rurali.

Condividi

Altre letture correlate: