Nigeria, no a modelle o doppiatori stranieri nelle pubblicità

di Valentina Milani
modelle

di Claudia Volonterio

Un vento di novità soffia sul mondo della comunicazione in Nigeria. L’autorità di regolamentazione della pubblicità del Paese ha annunciato, tramite un post su Twitter, che a partire dal primo ottobre saranno banditi dai casting modelle/i e doppiatori stranieri. La decisione è stata presa con l’intento di proteggere e favorire i talenti locali, oltre a rilanciare l’economia. Questo provvedimento è l’inizio di un cambiamento che rispecchia inoltre un nuovo sentire tra i giovani del Paese, che sempre più rivendicano le proprie radici.

“Tutti gli annunci, la pubblicità e i materiali di comunicazione di marketing devono utilizzare solo modelli e doppiatori nigeriani”, questo riporta l’annuncio ufficiale dell’Advertising Regulatory Council of Nigeria (ARCON) pubblicato in questi giorni. Le attuali campagne pubblicitarie che utilizzano talenti stranieri potranno continuare, ma nessun permesso ulteriore verrà rilasciato dalle autorità competenti, ha specificato l’agenzia governativa.  Una decisione drastica che è stata presa in coda a tentativi più blandi di prendere il controllo su un mercato che di fatto dipendeva fortemente da modelli e doppiatori stranieri. “Se ci mettessimo a controllare tutti gli spot pubblicitari di dieci o vent’anni fa, sono sicuro che quasi la metà dei modelli ingaggiati non erano affatto nigeriani e le voci fuori campo presentavano tutte accenti britannici”, ha spiegato Steve Babaeko, il capo dell’associazione pubblicitaria nigeriana.

Prima di questo provvedimento il governo aveva tentato di contrastare il mercato estero imponendo una tassa alta, 100.000 naira, circa $ 240, su ciascun modello straniero utilizzato per una campagna girata nel Paese. La Nigeria non è il primo Paese che ha cercato di contrastare questa tendenza, molto diffusa soprattutto tra le multinazionali che hanno sempre prediletto per le campagne pubblicitarie nel Paese modelli bianchi, ma è il primo a prendere un provvedimento ufficiale.

Secondo il capo dell’associazione pubblicitaria del Paese, tale iniziativa rispecchia un sentire comune nel Paese. “La gente ti dirà: su 200 milioni di nigeriani, mi stai dicendo che non sei riuscito a trovare modelli indigeni per questo spot?'”, ha ribadito.

La pubblicità ha un forte valore sociale che trascende il marketing, agisce infatti sulla rappresentazione e, una decisione come questa, non può che modificare con il tempo la percezione delle persone. Il fatto che si sia arrivati a questo svela, secondo Steve Babaeko, un Paese che sta riscoprendo un sentimento positivo, “un nuovo senso di orgoglio emergente tra i giovani”. Ripercussioni dovrebbero esserci anche dal punti di vista economico. Ci si aspetta infatti che questa limitazione esterna aumenti le prospettive della persone locali di ottenere un posto nel settore pubblicitario, fino ad ora dominato in gran parte da modelle bianche e accenti britannici.

Il provvedimento entrerà in vigore ufficialmente tra un mese, ma c’è già chi l’ha accolto con favore. L’agenzia pubblicitaria AMV BBDO è stata una delle prime aziende ad ingaggiare modelli e registi locali per girare la campagna “Black Shines Brightest”

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