Nigeria: governo prova a frenarne la ‘fuga’ dei cervelli, la protesta delle infermiere

di claudia
medici, infermieri

di Maria Scaffidi

 Le infermiere nigeriane stanno protestando contro le nuove regole volte a impedire loro di lavorare all’estero per due anni dopo aver completato la formazione, una regola imposta dalle autorità che cercano di fermare l’esodo di personale sanitario. Il fenomeno in realtà non è soltanto nigeriano ma riguarda diverse zone del continente africano.

Centinaia di infermiere – ha ricordato in un suo lungo articolo Semafor Africa – hanno protestato davanti agli uffici dell’Authority di settore ad Abuja e Lagos nei giorni scorsi, chiedendo il ritiro della misura annunciata la scorsa settimana e che dovrebbe entrare in vigore a marzo.

I governi di tutta l’Africa – ricorda ancora Semafor – stanno provando ad arginare il problema della perdita di infermieri e medici che partono per lavori all’estero meglio retribuiti, a volte anche di 50 volte rispetto al proprio Paese di origine.

Per completare la formazione infermieristica in Nigeria servono almeno tre anni. Secondo le nuove regole, le infermiere appena qualificate devono lavorare in Nigeria per due anni prima di poter richiedere la verifica delle loro licenze per l’uso all’estero.

Il processo di verifica, che di solito durava due settimane, ora richiederà un minimo di sei mesi, ha dichiarato il consiglio di regolamentazione infermieristica e ostetrica il 7 febbraio. È anche richiesta una lettera di referenze morali dai datori di lavoro, misura anche questa contestata.

Ad attrarre le infermiere nigeriane è in particolare il Regno Unito. Tre anni fa, la Nigeria aveva 1,6 infermiere e ostetriche ogni mille persone, secondo la Banca Mondiale. Ma tra il 2018 e il 2023 il numero delle infermiere nigeriane attive in Gran Bretagna è quadruplicato raggiungendo quota 10.639, superate solo da filippine e indiane.

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