Mali, soldati tedeschi via entro 12 mesi ma la cooperazione resta

di claudia

Ci vorranno dai nove ai dodici mesi, secondo il governo della Germania, per ritirare i soldati tedeschi dal Mali, un ritiro imposto “dalle nuove realtà” nel Paese africano guidato da una giunta militare, ma che “non pone fine agli aiuti allo sviluppo” da parte del governo di Berlino. Lo ha detto il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, che nei giorni scorsi ha visitato il contingente di caschi blu delle Nazioni Unite (Minusma) di stanza a Gao, nel nord del Mali, accompagnato dalla ministra per lo Sviluppo Svenja Schulze.

Il ritiro del contingente tedesco era stato annunciato entro il maggio 2024: “Non stiamo parlando di spostare una famiglia di cinque persone con un camion. È un’operazione di logistica militare che richiederà i prossimi nove-dodici mesi, a seconda delle circostanze” ha detto Pistorius. La Germania conta diverse centinaia di soldati tra i circa 12.000 schierati da Minusma in questo Paese, afflitto dal dilagare del jihadismo e da violenze di ogni tipo. Secondo un rapporto della missione pubblicato questa settimana, quello tedesco è attualmente il più grande contributo occidentale alla Minusma.

Pistorius ha sottolineato l’importanza del contingente tedesco, in particolare per le missioni di riconoscimento. Ma questo impegno “non è più possibile”: “Non è stato l’impegno tedesco a fallire, sono state le condizioni che hanno fatto fallire questo impegno”. I colonnelli che hanno preso il potere con la forza nel 2020 hanno rotto l’alleanza con la Francia e i suoi partner europei contro i jihadisti e si sono rivolti militarmente, e politicamente, alla Russia. La giunta ha anche imposto restrizioni alle operazioni della Minusma e l’Onu ha espresso preoccupazione per la sicurezza delle operazioni delle forze di pace dopo la partenza dei francesi. Diversi paesi hanno deciso di interrompere o sospendere la loro partecipazione alla Minusma: “Se potessimo fare quello per cui siamo venuti, rimarremmo” ha detto Pistorius.

La sua collega allo Sviluppo Schulze ha sottolineato che anche gli aiuti civili tedeschi, in vigore dall’indipendenza, sono stati molto apprezzati.”Il messaggio che vogliamo inviare è che anche se l’impegno militare finisce, la cooperazione per lo sviluppo continua” ha detto la ministra, citando l’accesso all’acqua e l’agricoltura come settori principali di intervento della cooperazione tedesca. “Possiamo, per esempio, pilotare progetti qui a Gao, anche da Bamako. È possibile, abbiamo una lunga esperienza in questo settore”. 

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