Libia: tempesta Daniel, più di cinquemila morti solo a Derna

di claudia

Mentre proseguono le operazioni di ricerca e soccorso delle migliaia di persone ancora disperse in tutta la Cirenaica dopo il passaggio della tempesta Daniel, domenica scorsa, sale il bilancio dei morti. Secondo l’ultimo bollettino diffuso dal ministero dell’Interno della Libia del governo nominato dal Parlamento libico, nella sola città di Derna, quella più devastata dal ciclone, i morti già confermati sarebbero 5.300 ma ne risultano disperse almeno altrettante.

Il responsabile dei media del ministero degli Interni, Mohamed Abou Lamoucheh, ha dichiarato alla stampa che “la ricerca dei dispersi e il salvataggio delle persone bloccate e ferite continuano da parte delle squadre di soccorso locali” e ha chiesto un intervento internazionale per sostenere gli sforzi per i soccorsi, la protezione delle vittime. In una nota ufficiale l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha definito quanto successo in Libia una “calamità di proporzioni epiche” e stima che fino a 1,8 milioni di persone siano state colpite dalle piogge torrenziali che hanno colpito diverse città del Paese.

Intanto, i soccorritori e i residenti delle città colpite, come Bengasi, Al-Bayda, Al-Marj, Sousse e Derna, continuano a scavare tra le macerie alla ricerca di sopravvissuti e morti. Le immagini che arrivano da Derna ricordano i bombardamenti aerei durante la guerra del 2011, con palazzine sventrate, strade disastrate e cumuli di macerie dappertutto. Secondo una nota della Federazione internazionale delle società di Croce rossa e Mezzaluna rossa (Ifrc) ieri tre volontari sono morti mentre aiutavano alcuni residenti di Derna rimasti intrappolati per via delle inondazioni: si tratta di Hamdi Belaid, Khaled Adwal e Abadi Al-Kharm. Secondo Ifrc “la portata del disastro non è ancora chiara”. Sempre ieri il capo del governo libico di unità nazionale, Abdul Hamid Dbeibeh, ha annunciato lo stanziamento di 2 miliardi di dinari libici, circa 446,4 milioni di dollari, al Fondo per la costruzione delle città di Bengasi e Derna per la ricostruzione delle delegazioni colpite dal disastro. Inoltre, riferisce la piattaforma Hakomitna, Dbeibeh ha dato l’autorizzazione all’Agenzia per l’implementazione dei progetti di trasporto di stipulare contratti con società internazionali specializzate per ricostruire canali sotterranei di cemento e mantenere diversi ponti nelle aree disastrate nell’est del Paese. Diverse strade e ponti che collegano città e villaggi nella regione orientale sono crollati e questo sta rendendo oltremodo complicato la consegna degli aiuti e gli interventi di messa in sicurezza e ricerca delle vittime.

C’è anche spazio per la polemica: ieri il principale sito di notizie libico, Al-Wasat, ha pubblciato un articolo in cui denuncia il ritardo nella ricostruzione della città libica orientale di Derna dopo la guerra civile e del mancato mantenimento di un’adeguata manutenzione delle sue dighe, fattori che avrebbero contribuito alla massiccia devastazione della città durante la tempesta di domenica. “Il caos sul piano della sicurezza e il lassismo delle autorità libiche nel monitorare da vicino le misure di sicurezza e le dighe hanno portato alla catastrofe di Derna” ha dichiarato al sito l’esperto economico Mohammed Ahmed.

La solidarietà internazionale nei confronti della Libia non si è fatta attendere: ieri l’Egitto ha aperto un ponte aereo e inviato una delegazione militare in Libia per offrire quello che un portavoce ha descritto come “sostegno e solidarietà al fraterno popolo libico”. La stessa cosa sta facendo la Turchia, che ha già inviato due aerei cargo e personale umanitario, promettendo di inviare altri aiuti appena possibile. Il Norwegian refugee council (Nrc), con una nota diffusa nel pomeriggio, ha definito “disastrosa” la situazione in Libia: la squadra di soccorso dell’Nrc sul campo a Bengasi afferma che “decine di migliaia di persone sono sfollate senza alcuna prospettiva di tornare a casa”, un disastro che è aggravato dagli anni di conflitto in Libia, che lasciano poche risorse da stanziare per l’emergenza. “I gruppi di aiuto umanitario in Libia sono stati cronicamente sottofinanziati. Ora è il momento di mostrare solidarietà alle persone e aiutarle nel lungo cammino verso la ripresa” afferma l’Nrc.

La tempesta mediterranea Daniel ha colpito domenica diverse regioni della Libia orientale, con piogge intense e venti oltre i 180 chilometri orari.

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