Kenya, al via a Nairobi un’assemblea per discutere di cambiamenti climatici

di claudia

Si è aperta ieri a Nairobi, in Kenya, la Un environmental assembly (Unea), che vedrà oltre 6.000 partecipanti, rappresentanti di governi, società civile e settore privato che si incontreranno per discutere di cambiamenti climatici perdita di biodiversità e inquinamento.

Costituita come una sorta di “parlamento mondiale sull’ambiente”, l’Unea mira a definire le priorità delle politiche ambientali e a sviluppare una legislazione internazionale in materia. Si prevede che l’Assemblea dell’Ambiente del 2024, o Unea-6, ospiterà la cifra record di 6.000 delegati, tra cui sette capi di Stato e 139 ministri e viceministri, nonché esperti, attivisti e rappresentanti dell’industria. Come ricorda l’Unea in una nota stampa, grazie alle discussioni svoltesi nella sessione 2022 dell’Assemblea per l’ambiente, sono iniziati i negoziati sul primo strumento internazionale giuridicamente vincolante per porre fine all’inquinamento da plastica, che dovrebbe essere completato entro la fine del 2024.

Il tema centrale dell’Unea-6 saranno gli accordi ambientali multilaterali e il modo in cui possono aiutare a superare la tripla crisi planetaria del caos climatico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento. Nonostante le incertezze socioeconomiche emerse a seguito della pandemia e le attuali crescenti tensioni geopolitiche, gli ultimi due anni sono stati contrassegnati da vittorie molto importanti per la cooperazione ambientale.

Nel 2022, l’Assemblea generale delle Nazioni unite ha riconosciuto il diritto umano universale a un ambiente pulito, sano e sostenibile, aprendo spazio per cambiamenti costituzionali e legali a livello nazionale a favore dell’ambiente e dell’umanità. Nello stesso anno è stato approvato lo storico Kunming-Montreal global biodiversity framework, con misure per proteggere 1 milione di specie di animali e piante che sono sull’orlo dell’estinzione.

Nel giugno 2023, i 193 paesi membri delle Nazioni unite hanno firmato il cosiddetto Trattato sull’alto mare, per conservare la biodiversità marina in aree al di fuori delle giurisdizioni nazionali, mentre lo scorso novembre, alla conferenza delle Nazioni Unite sul clima, Cop28, è stato annunciato un accordo tanto atteso sul finanziamento di “perdite e danni” per i paesi vulnerabili duramente colpiti dai cambiamenti climatici.

All’Unea-6 verranno discusse 20 risoluzioni e 2 decisioni, che copriranno temi quali la modificazione della radiazione solare, l’estrazione mineraria, la desertificazione, la circolarità dell’agroindustria della canna da zucchero, i pesticidi altamente pericolosi, l’aumento della resilienza degli ecosistemi e delle comunità alla siccità, la cooperazione regionale per qualità dell’aria. 

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