Inversione “storica” nello sviluppo delle nazioni più povere

di claudia
povertà in nigeria

Metà dei 75 Paesi più poveri del mondo stanno sperimentando per la prima volta in questo secolo un crescente divario di reddito con le economie più ricche, in una storica inversione di sviluppo. È quanto affermato ieri dalla Banca Mondiale in un rapporto.

Secondo il rapporto, il differenziale tra la crescita del reddito pro capite nei Paesi più poveri e in quelli più ricchi si è ampliato negli ultimi cinque anni. “Per la prima volta vediamo che non c’è convergenza. Stanno diventando sempre più poveri”, ha detto a Reuters Ayhan Kose, vice capo economista della Banca Mondiale e uno degli autori del rapporto. “Stiamo assistendo ad una regressione strutturale molto seria, ad un’inversione di tendenza nel mondo… ecco perché stiamo suonando il campanello d’allarme”, ha detto.

Il rapporto afferma che i 75 Paesi che possono beneficiare di sovvenzioni e prestiti a tasso zero da parte dell’Associazione Internazionale per lo Sviluppo (Ida) della Banca Mondiale rischiano di perdere un decennio di sviluppo senza cambiamenti politici ambiziosi – compresi sforzi interni per rafforzare le politiche fiscali, monetarie e finanziarie e riforme strutturali per migliorare l’istruzione e aumentare le entrate nazionali – e significativi aiuti internazionali.

Tra i maggiori fattori in causa, secondo gli esperti della Banca mondiale, la pandemia di Covid-19, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il cambiamento climatico, l’aumento della violenza e dei conflitti.

Più della metà di tutti i Paesi sovvenzionati da l’Ida si trovano nell’Africa subsahariana; 14 sono nell’Asia orientale e otto in America Latina e nei Caraibi. Trentuno hanno un reddito pro capite inferiore a 1.315 dollari l’anno, inclusa la Repubblica Democratica del Congo.

Un Paese Ida su tre è più povero oggi che alla vigilia della pandemia. I Paesi Ida rappresentano il 92% delle persone nel mondo che non hanno accesso a una quantità sufficiente di cibo nutriente e a prezzi accessibili. La metà di quei Paesi sono in difficoltà debitoria, il che significa che non sono in grado di onorare il debito o corrono un rischio elevato di non riuscirci.

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