Il giovane imprenditore che difende l’ambiente con prodotti green

di claudia
Djifa Constant Ayihounoun

In Africa occidentale l’impatto dell’agricoltura sul cambiamento climatico è alto, ben il venticinque per cento. In questo contesto lavora Djifa Constant Ayihounoun, ventidue anni, giovane imprenditore del Benin e amministratore delegato di un’azienda che ha creato una valida alternativa ai fertilizzanti chimici. Una scelta ecologica e sociale, alla luce dei cambiamenti climatici e dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari, che mira ad avere un impatto in tutta l’Africa occidentale.

I fertilizzanti chimici sono utilizzati dalla maggioranza degli agricoltori del continente. Secondo un rapporto del World Food Program, Paesi come Malawi, Tanzania, Zambia e Sudafrica dipendono da quelli importati e la carenza di fertilizzanti, causata dall’aumento dei prezzi a seguito della guerra in Ucraina che sta accelerando l’inflazione in Africa, creerà problemi per la semina e i raccolti della prossima stagione agricola.

In questa prospettiva si inserisce l’impegno di Ayihounoun, la cui storia è stata raccontata da Forbes. Oggi il giovane ventiduenne di Abomey-Calavi, a 20 km dalla città di Cotonou, in Benin è a capo di un’azienda, la AGRECO Sarl, realtà che produce fertilizzanti organici e pesticidi. Il loro utilizzo può davvero fare la differenza sulle sorti del suolo da coltivabile. I fertilizzanti AGRECO Sarl sono realizzati con il recupero di rifiuti organici provenienti da allevamenti e unità di trasformazione agroalimentare. I loro prodotti verranno presto lanciati fuori dal Benin, prima in Togo e a seguire Burkino Faso, Niger, Mali e Senegal.

Ayihounoun si è laureato in Imprenditorialità e Management delle Piccole e Medie Imprese (PMI) con specializzazione in ambiente e green economy presso l’Università di Abomey-Calavi in ​​Benin. Già attivo dall’età di diciotto anni, con l’obiettivo di sensibilizzare le persone sulle scelte ecologiche ha fondato una ong, Bio Africa. Da alcuni anni il giovane imprenditore ha voluto approfondire e verificare l’impatto dell’agricoltura sulla crisi climatica. Dalle sue ricerche ha scoperto che si tratta di un impatto piuttosto alto, poiché ne è emerso che l’agricoltura contribuisce al venticinque per cento del riscaldamento globale.

Studiando il terreno e i fertilizzanti chimici si è inoltre reso conto della loro nocività. “Parlando delle conseguenze sul suolo, abbiamo scoperto che uno dei principali svantaggi dei fertilizzanti chimici è il loro alto contenuto di acido solforico e cloridrico”, spiega Ayihounoun. “Questi portano alla distruzione di microrganismi e oligoelementi presenti nel terreno, quindi la prima conseguenza dell’uso di fertilizzanti chimici è l’esaurimento del suolo, che porta a un calo della resa, l’esposizione delle colture e a malattie. In più – prosegue – le sostanze non assimilate dalle piante vengono trasportate dalle piogge e riversate nel nostro ambiente e anche infiltrano il suolo e inquinano le falde acquifere. I fertilizzanti chimici a causa delle loro sostanze chimiche dannose hanno un impatto sia ecologico che sul nostro corpo”, aggiunge.

Prima di lanciare sul mercato i suoi fertilizzanti organici la sfida maggiore per Ayihounoun è stata quella di sensibilizzare e cercare du convincere gli agricoltori dei danni che avrebbero prodotto continuando a lavorare il terreno con i soliti metodi. Ma piano piano ha ottenuto fiducia e l’imprenditore conta di diffondere i suoi prodotti in tutta l’Africa occidentale.

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