Global Africa, di Mario Giro

di AFRICA
Cover GLOBAL AFRICA

È un libro di cui abbiamo pubblicato uno stralcio online. Ma vogliamo tornarci sopra brevemente per mettere in evidenza un paio di aspetti, tra gli altri possibili. Il sottotitolo è La nuova realtà delle migrazioni: il volto di un continente in movimento. Di questo il volume quindi parla, ma offrendo chiavi di lettura originali. La principale appare essere la gioventù: non solo per rilevare il dato, ormai lapalissiano per tutti, che il 65 per cento degli africani ha meno di vent’anni (e che a quell’età «una gran parte delle ragazze africane è già madre: non “per errore” come capita altrove ma perché fare figli è considerato dalle famiglie una forma di investimento»). Ma per sottolineare il cambiamento antropologico nell’essere giovani africani oggi rispetto al mondo “tradizionale”: «Mai come oggi si è verificato un distacco tra generazioni, talvolta violento». Se è vero che a monte della partenza c’è spesso un investimento fatto dalla famiglia su chi deve migrare, è anche vero che questo salto diventa un nuovo tipo di iniziazione, ma in cui «non c’è supervisione degli anziani, non c’è bosco sacro, non c’è classe di età della stessa etnia. Ci sono solo degli individui: questa è la grande novità». «Anche se c’è poi una parziale correzione: sono «comunitari e individualisti alo stesso tempo».

Ecco, quello che l’autore ci fa toccare quasi con mano è l’emergere dell’io sul noi. Una vera rivoluzione, per l’Africa. Questo significa una mutazione anche in termini di sogni: «Mentre i padri pensavano agli ideali di unità e africanità, i figli sono molto più interessati a sé stessi, al destino individuale e al benessere. Si sentono traditi dai sogni dei padri che si sono dissolti nel degrado e in una crisi infinita. Tutto ciò fa emergere una domanda di senso e di orientamento, posta alla società africana nel suo complesso, agli Stati e alle leadership ma anche alle Chiese storiche, cattolica e protestanti».

E infatti l’altro grande tema che in questo libro ci ha colpito è quello dell’«effervescenza religiosa», che oggi si esprime vistosamente soprattutto nelle Chiese neopentecostali ed evangelicali. È vera fede? L’autore non pretende di dare una risposta a questo («chi sono io per giudicare?», direbbe qualcuno…), ma registra il fatto che molte nuove realtà spirituali organizzate predicano il «vangelo della prosperità». Un messaggio che si sposa appunto con l’individualismo. Non sono, di fatto, “comunità” le mega-assemblee che pendono dalle labbra dei predicatori di successo. E questi «sembrano più moderni e, soprattutto, più conformi alla realtà delle grandi città africane dove, dal tornante del secolo, si moltiplica il flusso di denaro e crescono le opportunità economiche grazie agli investimenti privati legati alle esportazioni». Si è insomma fatta strada, anche nella «global Africa», l’ideologia dell’enrichissez-vous!

Nel libro c’è anche molto altro, pur in un numero non eccessivo di pagine. Spunti e riflessioni – non tutte così preoccupanti come quelle sopra evidenziate (c’è per esempio una sorta di elogio della resilienza, questa sì passata dalle vecchie alle nuove generazioni) – che aiutano il lettore a guardare al continente in modo diverso dalla vulgata mediatica. E, soprattutto, con «l’unico atteggiamento valido da tenere, il rispetto». Perché l’Africa è, indubitabilmente, un universo in gestazione.

Guerini e Associati, 2019, pp. 170, € 17,50

(Pier Maria Mazzola)

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