Gli africani del “Time 100” che hanno influenzato il 2020

di Celine Camoin

Lo hanno soprannominato «il cacciatore di virus», per l’impegno di tutta una vita nella lotta ad alcune delle peggiori epidemie tra cui l’ebola, vista nascere, nel 1976. Il dottor Jean-Jacques Muyembe Tamfum, microbiologo della Repubblica Democratica del Congo, è entrato nella classifica delle 100 personalità mondiali più influenti del 2020 stilata dalla rivista statunitense Time Magazine.

«Abbiamo nei confronti del dott. Muyembe una fiducia senza limiti e un rispetto degno del suo sacrificio» scrive la facoltà di medicina dell’Università di Kinshasa sotto la breve biografia che ripercorre i principali traguardi del ricercatore: la battaglia contro un’epidemia di colera nel porto di Matadi, nel 1974, quella contro una meningite batterica  letale nel campo militare di Kitona, nel 1975, e poi l’anno successivo, in una missione di religiose cattoliche belghe di Yambuku, le ricerche – a mani nude, e senza protezioni – sulla misteriosa malattia che sarebbe poi stata chiamata ebola. Da quel momento, il dottor Muyembe Tamfum ha guidato tutte le operazioni di riposta a ebola nel 2007, 2008, 2009, 2012, 2014, 2017 e due nel 2018. Oggi ancora, è impegnato nel contenimento di una nuova fiammata del virus.

Direttore Generale dell’Istituto nazionale per la ricerca biomedica, il professore è stato nominato alla guida della commissione di coordinamento per la risposta al nuovo coronavirus. Solo pochi giorni fa, si trovava a Mbandaka a un incontro con un’ong per concretizzare un progetto sull’uso dei droni per il trasposto di prelievi, di vaccini o di medicinali in aree remote.

Muyembe Tamfum è presente nella classifica tra i «leaders» – la stessa che contiene i nomi di Donald Trump o di Angela Merkel – accanto al biologo etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e primo africano ad occupare la poltrona. Adhanom guida la classifica dei 100 africani più influenti pubblicata ad agosto dalla rivista Jeune Afrique.

Nella categoria «pionieri» gli autori della classifica hanno inserito l’ex ministro della Giustizia gambiano Abubacarr Tambadou, attuale cancelliere dell’International Residual Mechanism for Criminal Tribunals. Nel 2019, il magistrato è stato attivamente impegnato, nel suo nome personale e del Gambia, nel cercare giustizia per il popolo Rohingya del Myanmar. «La legge internazionale non è l’appannaggio dei Paesi ricchi e potenti. Non servono potere economico o potere militare per difendere la giustizia. Il lavoro che facciamo, lo facciamo nel nome dell’umanità» afferma Tambadou.

Tra i «pionieri» è presente la scrittrice americano-nigeriana Tomi Adeyemi, autrice del bestseller Children of Blood and Bone, in Italia Figli di sangue e ossa (Rizzoli). Della romanziera 27enne, Time scrive che ha avuto la capacità di dare vita a una storia in cui ogni nigeriano possa riconoscersi, nella sua descrizione sociale, nella rappresentazione dei miti della magia e dell’oppressione. Il libro, destinato a un pubblico di ragazzi, è stato paragonato a una combinazione di Harry Potter e Le cronache di Narnia.

La categoria «icone» rende omaggio a Lina Attalah, giornalista e attivista egiziana, co-fondatrice e caporedattrice del quotidiano on-line Mada Masr, considerato l’ultimo giornale libero in Egitto. Arrestata lo scorso 17 maggio, mentre stava intervistando Laila Soueif, madre del blogger Alaa Abdelfatah, uno dei volti più noti della rivoluzione del 2011, Lina Attalah è stata liberata su cauzione.  La giornalista era già stata fermata per alcune ore a novembre insieme ad altri giornalisti in una retata delle forze di sicurezza nella redazione. Negli ultimi mesi ha ripreso a condurre inchieste delicate e ad alimentare polemiche contro il presidente Abdel Fattah Al-Sisi in genere trascurate dagli altri media egiziani.

Tra i «titani» del “Time 100” dell’anno 2020, c’è il nigeriano Tony Elumelu, una delle più grandi fortune africane, spesso definito businessman filantropo. Elumelu è il presidente del gruppo bancario Uba ed è molto attivo nella formazione dell’imprenditoria africana. Accanto a lui è presente un connazionale, il dottor Tunji Funsho, presidente della Commissione Nazionale PolioPlus della Nigeria del Rotary. Rotariano da 35 anni, Funsho è socio del Rotary Club di Lekki. È un cardiologo e membro del Royal College of Physicians di Londra.

Tra le personalità non africane ma afro-discendenti, più influenti dell’anno, spicca Ibrahim X. Kendi, scrittore, professore universitario e fondatore del Centro di ricerca antirazzista dell’Università di Boston. How to be an antiracist, del 2019, è stato definito dal New York Times «il libro più coraggioso sulla problematica razziale nella mente occidentale».

(Céline Camoin)

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