Gianfranco Belgrano | 2019, l’anno delle piazze

di Enrico Casale
Algeria

A macchia di leopardo, le piazze si stanno facendo notare e in futuro potrebbero ancor di più fare da pungolo allo sviluppo economico, sociale e politico del continente

Che anno è stato questo 2019? La domanda è di routine e ricompare con un po’ di noia a ogni avvicendarsi di dicembre. Così, riflettendo sulle immagini che si affastellavano ed escludendo risposte ovvie benché significative (come il Nobel per la Pace al primo ministro etiopico Abiy Ahmed), una possibile risposta a questo interrogativo è venuta dalle piazze. Il 2019, a livello globale e non solo africano o italiano, sembra essere contraddistinto dalle piazze: piazze in subbuglio, piazze di giovani che portano nel mondo reale istanze spesso nate nei social e nelle ovattate stanze di ritiri virtuali.

Tornando all’Africa, il pensiero va innanzitutto a due piazze di due Paesi tra loro vicini: il Sudan e l’Algeria. In Sudan, Omar Hassan al-Bashir è stato deposto dopo mesi di proteste e la transizione si è concretizzata in un accordo tra opposizioni e militari. Il problema resta il rilancio economico, che sarà difficile fino a quando gli Stati Uniti manterranno le sanzioni attualmente in vigore che di fatto bloccano l’accesso agli investitori internazionali. Qualcosa potrebbe però cambiare e far aprire nuovamente il Paese, che intanto ha riannodato i legami diplomatici con il resto della regione “guadagnando” anche la presidenza di turno dell’Intergovernmental Authority on Development (Igad), il blocco a cui aderiscono i Paesi del Corno d’Africa, oltre a Kenya, Uganda, Sudan e Sud Sudan.

In Algeria la piazza è stata la costante di tutti i venerdì dell’anno, ha portato alla fine della lunga presidenza di Abdelaziz Bouteflika (il 2 aprile) e alla presidenza ad interim affidata ad Abdelkader Bensalah, e ha segnato il tortuoso percorso elettorale fino alle urne del 12 dicembre.

Ma Sudan e Algeria non sono state un’eccezione “araba” nel panorama africano. Le piazze si sono accese anche in altre regioni del continente, quasi che la forza dei giovani che compone le società africane unita alla sempre maggiore penetrazione delle tecnologie di telefonia mobile – e quindi dei social e della possibilità di condividere rapidamente informazioni, notizie, pensieri – abbia avuto la necessità di concretizzarsi in azioni visibili e reali, e non soltanto in esibizioni collettive virtuali. È avvenuto in Uganda come in Malawi, in Togo come in Egitto, in Guinea come in Etiopia o ancora nello Zimbabwe. A macchia di leopardo, le piazze si stanno facendo notare e in futuro – considerando i tassi di penetrazione delle tecnologie di telefonia mobile, l’aumento della popolazione urbana e il peso delle fasce giovanili – potrebbero ancor di più fare da pungolo allo sviluppo economico, sociale e politico del continente.

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Gianfranco BelgranoNato a Palermo nel 1973, Gianfranco Belgrano è un giornalista professionista e si occupa soprattutto di esteri con una predilezione per l’Africa e il Medio Oriente. È direttore editoriale del mensile Africa e Affari, dell’agenzia di stampa InfoAfrica e di tutti gli altri media di Internationalia. Ha lavorato con varie testate (tra cui L’Ora ed EPolis) e si è avvicinato all’Africa con l’agenzia di stampa Misna, che ha lasciato nel 2013 per fondare con l’amico e collega Massimo Zaurrini il gruppo editoriale Internationalia.

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