Gerd: dopo l’avvio della produzione di energia, la dura nota dell’Egitto

di claudia
Gerd Nilo azzurro

Dura reazione dell’Egitto all’avvio della produzione di energia elettrica nella Grande diga del millennio (Gerd). Il ministero degli Esteri del Cairo ha accusato, in una nota, l’Etiopia di “continuare le violazioni” dell’accordo preliminare firmato tra Egitto Sudan ed Etiopia nel 2015, che vietava alle tre nazioni di intraprendere azioni unilaterali nell’uso dell’acqua del fiume. La prima violazione dell’accordo è stata il riempimento della diga, ha affermato il ministero. L’altra è, appunto, l’avvio delle turbine per la produzione di corrente. Non ci sono stati commenti invece del Sudan.

La Gerd è destinata a diventare il più grande impianto idroelettrico in Africa, ma è stata al centro di una disputa regionale da quando l’Etiopia ha avviato i lavori nel 2011. Egitto e Sudan, Paesi a valle, considerano la diga una minaccia perché potrebbe mettere a rischio gli attuali flussi idrici. Si prevede che il progetto, che ha richiesto un investimento di 4,2 miliardi di dollari, produrrà più di 5.000 megawatt di elettricità, più che raddoppiando la produzione di elettricità dell’Etiopia.

L’Egitto, che dipende dal Nilo per circa il 97% della sua irrigazione e acqua potabile, vede la diga come una minaccia esistenziale. Il Sudan spera che il progetto possa regolare le inondazioni annuali, ma teme che le sue stesse dighe possano essere danneggiate senza un accordo sull’operazione del Gerd.

Nonostante diversi round negoziali, non è finora stato raggiunto alcun accordo che preveda la regolazione dei flussi idrici e norme per dirimere eventuali controversie. 

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