Etiopia: scontri nella regione Oromia, oltre 200 morti

di Valentina Milani

Più di 210 persone sono state uccise in diversi giorni di scontri etnici nella regione etiope di Oromia la scorsa settimana. Lo ha fatto sapere ieri la Commissione etiope per i diritti umani (Ehrc).

Secondo quanto riportato da Ehrc, testimoni oculari hanno descritto uomini armati affiliati al gruppo ribelle chiamato Esercito di liberazione oromo (Ola) arrivare il 18 agosto dopo che le forze di sicurezza si erano ritirate da Gida-Kirimu, nella regione occidentale. I residenti della zona hanno detto alla commissione che “più di 150 persone sono state uccise dagli uomini armati” e che l’attacco ha scatenato “un’ondata di uccisioni per vendetta” costringendo soprattutto donne e bambini a fuggire nelle zone vicine.

Nei giorni successivi – riferisce la Commissione – alcuni residenti hanno effettuato attacchi di rappresaglia su base etnica, uccidendo più di 60 persone e innescando un ulteriore esodo di civili in fuga dalla violenza.

Ehcr ha quindi chiesto un’azione immediata per evitare che “l’instabilità si diffonda ulteriormente”.

In una dichiarazione, citata dalla stampa locale e internazionale l’Ola ha negato la responsabilità degli attacchi.

L’Ola è stata designata come organizzazione terroristica dai legislatori a maggio, insieme al Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf) le cui forze ribelli stanno combattendo nel nord dell’Etiopia da novembre. L’Ola è nato dal partito Oromo Liberation Front (Olf), partito del principale gruppo etnico dell’Etiopia per anni costretto all’esilio e rientrato nel Paese dopo l’insediamento di Abiy nel 2018.

Il leader dell’Esercito di liberazione oromo (Ola), Kumsa Diriba, ha annunciato l’11 agosto di aver stretto un’alleanza militare con le forze del Tplf, impegnate dallo scorso novembre in un conflitto con il governo. “L’unica soluzione ora è rovesciare questo governo con le armi, parlando la lingua che vogliono sentire”, ha detto a suo tempo Diriba in un’intervista rilasciata all’Associated Press all’indomani dell’appello alla mobilitazione nazionale lanciato dal premier Abiy Ahmed per “liberare l’Etiopia dal gruppo terroristico Tplf e garantire pace e unità al Paese”.

“Abbiamo concordato un grado di intesa per cooperare contro lo stesso nemico, in particolare in ambito militare”, ha aggiunto il leader oromo, riferendo di condivisione di informazioni sul campo di battaglia e di scontri condotti in simultanea, ma non fianco a fianco, anche se “c’è la possibilità che possa accadere”.

Il gruppo Ola punta all’autodeterminazione per il popolo oromo, primo gruppo etnico del Paese. 

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