Etiopia, ripresi i convogli umanitari verso il Tigray

di claudia

Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam) ha consegnato oltre 2.400 tonnellate di cibo, medicinali, e altre forniture salvavita nel Tigray nei giorni successivi alla firma dell’accordo di pace tra il governo federale e il Fronte popolare di liberazione del Tigray. Lo riporta un comunicato dello stesso Pam secondo il quale i convogli umanitari sono stati resi possibili dalla riapertura di tutti e quattro i corridoi stradali verso la regione settentrionale anche se gli aiuti non soddisfano le esigenze della popolazione civile. “Il Pam e i suoi partner – è scritto nella nota – hanno urgente bisogno di accedere a tutte le parti della regione per fornire assistenza a 2,3 milioni di persone vulnerabili”.

Secondo il Pam, sono stati inviati nel Tigray 96 camion che hanno trasportato oltre 2.400 tonnellate di cibo – sufficienti per sfamare circa 170.000 persone – e 100.000 litri di carburante dal 15 novembre. Il Polo logistico guidato dal Pam ha inoltre trasportato 250 tonnellate di merci umanitarie (compresi medicinali) passando da Gondar, Kombolcha e Semera.

Per la prima volta in assoluto, il Servizio aereo umanitario delle Nazioni Unite (Unhas) sta effettuando voli per il trasporto di passeggeri e merci verso l’aeroporto di Shire, nel Tigray. Il Pam ha anche avviato il primo volo passeggeri dell’Unhas per Macallè dopo aver ricevuto le autorizzazioni federali per la ripresa dei voli passeggeri.

Nonostante l’accesso umanitario recentemente ottenuto, grazie al passaggio nella regione Amhara, ai distretti nelle zone nord-occidentali e meridionali del Tigray, l’accesso ad alcune parti delle zone orientali e centrali del Tigray rimane limitato. Qui 170.000 madri e bambini, secondo il Pam, continuano a necessitare di assistenza alimentare.

Il Pam, secondo il comunicato, ha già consegnato cibo a oltre 100.000 persone a Mai Tsebri nella zona nord-occidentale e ad Alamata nella zona meridionale da quando sono state riaperte le strade per il Tigray. Ha anche raggiunto 540.000 persone a Macallè all’inizio di novembre.

Il Pam continua inoltre a fornire assistenza alimentare nelle vicine regioni di Afar e Amhara. In Afar, ha fornito assistenza alimentare a 650.000 persone in tre round. Un quarto round è attualmente in corso e finora sono state raggiunte 180.000 persone (il 27% delle persone bisognose). Nell’Amhara, sta attualmente fornendo assistenza alimentare a 675.000 persone per la quarta volta quest’anno.

Nell’Etiopia settentrionale, secondo quanto riporta la nota del Pam, due anni di conflitto hanno lasciato più di 13,6 milioni di persone bisognose di assistenza alimentare umanitaria. L’

ultima valutazione di emergenza alimentare del Pam sulla situazione nel Tigray, pubblicata ad agosto, ha rilevato che 5,4 milioni di persone – il 90% della regione – necessitano di assistenza alimentare. Anche le famiglie di Amhara e Afar sono colpite, rispettivamente 7 milioni e 1,2 milioni di persone necessitano di assistenza alimentare.

In tutta l’Etiopia, 22 milioni di persone hanno bisogno di assistenza alimentare, tra cui 9,8 milioni di persone nelle parti meridionali e sud-orientali del Paese colpite dalla siccità, dove per quattro stagioni consecutive le piogge sono state scarse o assenti, causando il fallimento dei raccolti, milioni di morti di capi di bestiame e lasciando 2,2 milioni di bambini gravemente malnutriti. Il Pam sta raggiungendo 2,8 milioni di persone colpite dalla siccità nella regione somala ogni sei settimane con cibo di emergenza, denaro e assistenza nutrizionale e sta inoltre sostenendo oltre 85.000 agro-pastori per costruire la loro resilienza contro i futuri shock climatici.

“Ulteriori finanziamenti devono essere messi a disposizione del Pam per sostenere i bisogni sia immediati sia a lungo termine delle persone colpite da conflitti e choc climatici – conclude la nota -. Il Pam mira a raggiungere oltre 11 milioni di persone in Etiopia con l’assistenza umanitaria nei prossimi sei mesi, ma sta affrontando un deficit di fondi di 422 milioni di dollari”.

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