Diga sul Nilo Azzurro, ripartono i colloqui

di Stefania Ragusa

Sudan, Egitto ed Etiopia terranno nuovi colloqui questo mese per risolvere la lunga disputa sulla diga che Addis Abeba sta costruendo sul Nilo Azzurro. Lo ha dichiarato il ministero dell’acqua del Sudan. I precedenti colloqui a tre non sono riusciti a portare a un’intesa sul riempimento e il funzionamento del vasto bacino idrico che si andrà creando alle spalle della Grand Ethiopian Renaissance Dam (Gerd). Uno sbarramento idroelettrico alto 145 metri la cui costruzione ha preso il via nel 2011. Domenica, 3 gennaio, i tre Paesi hanno tenuto un nuovo ciclo di colloqui in videoconferenza alla presenza virtuale di mediatori sudafricani (il Sudafrica attualmente detiene la presidenza di turno dell’Unione Africana) e di altri osservatori internazionali.

«L’incontro si è concluso […] con il comune intendo di proseguire questa settimana con colloqui bilaterali tra le tre nazioni, gli esperti e gli osservatori», ha detto in un comunicato il ministero dell’Acqua del Sudan. I colloqui di questa settimana apriranno la strada «domenica 10 gennaio, dovrebbero poi riprendere i negoziati tripartiti, nella speranza che si concludano entro la fine di gennaio”».

I negoziati si sono concentrati sul riempimento e sulla messa in funzione della gigantesca diga. Rimangono sul tavolo le domande chiave su quanta acqua l’Etiopia rilascerà a valle, nel caso di verificasse una siccità pluriennale, e su come i tre Paesi potranno risolvere eventuali controversie future. L’Etiopia ha rifiutato l’arbitrato vincolante nella fase finale del progetto. Il Nilo, che scorre per circa 6.000 chilometri, è una fonte vitale di acqua ed elettricità per circa una dozzina di paesi dell’Africa orientale. L’Egitto, un Paese con oltre 100 milioni di abitanti e che dipende dal Nilo per circa il 97% della sua irrigazione e dell’acqua potabile, teme che la diga dell’Etiopia possa ridurre gravemente la sua quota d’acqua. Il Sudan, che ha boicottato i colloqui a novembre, esortando l’Unione africana a svolgere un ruolo maggiore nel raggiungimento di un accordo, spera che la diga contribuisca a migliorare le inondazioni, ma ha anche avvertito che milioni di vite sarebbero “a grande rischio” se non ci riuscisse a raggiungere un accordo vincolante.

L’Etiopia afferma che l’energia idroelettrica prodotta alla diga è vitale per soddisfare il fabbisogno energetico della sua popolazione e insiste che l’approvvigionamento idrico dei Paesi a valle non sarà, in alcun modo, influenzato dallo sbarramento idroelettrico.

Condividi

Altre letture correlate: