Conflitto in Ucraina, la mediazione africana è un flop

di claudia

Il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato sabato in Russia la delegazione di pace africana, composta da sei presidenti, dall’Unione africana e dalla Fondazione Brazzaville, che sta cercando di avviare un dialogo che conduca alla fine alla guerra Russia-Ucraina.

La delegazione, che il giorno prima aveva incontrato a Kiev, Ucraina, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, ha incontrato Putin al Palazzo di Costantino a San Pietroburgo. La delegazione comprendeva il capo dell’Unione Africana e Presidente delle Comore Azali Assoumani, nonché i presidenti del Sudafrica Cyril Ramaphosa, Macky Sall del Senegal, Hakainde Hichilema dallo Zambia, il primo ministro egiziano Mustafa Madbuli e i capi di stato del Congo e dell’Uganda (anche se Museveni ha inviato un sostituto in quanto positivo al Covid). All’incontro erano presenti anche il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e il consigliere politico Yuriy Ushakov. L’incontro con Putin è durato più di tre ore.

Non sembra tuttavia che questa iniziativa possa portare molto lontano. Venerdì a Kiev, infatti, il presidente Zelenskyy ha incontrato e dialogato con gli africani, ringraziandoli per l’iniziativa ma inquadrando il tutto in un contesto ben più difficile di quello dal quale sembra partire la proposta di mediazione. “Oggi, durante il nostro incontro, ho detto chiaramente che consentire qualsiasi negoziato con la Russia ora, quando l’occupante è sulla nostra terra, significa congelare la guerra, congelare il dolore e la sofferenza” ha detto Zelenskyy ai suoi colleghi africani: “La Russia ne approfitterà per diventare più potente, per armarsi ancora di più e per attaccare ancora di più l’Ucraina”.

Proprio durante l’incontro tra i leader africani e il presidente ucraino la Russia ha bombardato Kiev, costringendo la delegazione africana a rifugiarsi in un bunker per ragioni di sicurezza. La dimostrazione, ha detto il leader ucraino, che Putin non ha alcuna intenzione di fermarsi. Nel corso della conferenza stampa che ha seguito l’incontro, il sudafricano Ramaphosa ha prima negato e poi ammesso i bombardamenti su Kiev di quella giornata: “Ringraziamo il Presidente Zelensky per la sua apertura mentale che ci permetterà di portare avanti questa iniziativa. Noi leader africani siamo pronti.  Al di là delle parole, Ramaphosa ha fatto di tutto per mantenere le distanze dal presidente ucraino, ad esempio rifiutando di condannare le atrocità russe commesse nella città di Bucha, da lui stesso visitata quella stessa mattina.: “Abbiamo visto cosa è successo”, ha detto ai media: “Mi è stato detto che c’era un’indagine in corso. Penso che debba continuare”.

“Siamo aperti a un dialogo costruttivo con chiunque voglia stabilire la pace, sulla base dei principi di giustizia e tenendo conto dei legittimi interessi delle parti”, ha detto Putin all’inizio dell’incontro. Dopo aver ascoltato l’offerta di pace in 10 punti di Ramaphosa, Putin ha detto che il problema è iniziato in Ucraina dopo il “sanguinoso e incostituzionale colpo di stato” sostenuto dall’Occidente nel 2014 e ha detto anche che il colpo di stato è la “fonte di potere” dell’attuale amministrazione.

Evidenziando che la Russia sostiene gli ucraini in Donbass, che hanno dichiarato che non avrebbero sostenuto l’amministrazione che è salita al potere “con il colpo di stato”, Putin ha detto che l’accordo di Minsk è stato firmato tra le parti per risolvere il problema con la pace ma secondo il presidente russo l’amministrazione di Kiev si è ritirata dal processo di pace non aderendo agli accordi. “Dopodiché, la Russia ha dovuto riconoscere la Repubblica popolare di Donetsk e la Repubblica popolare di Lugansk” ha detto Putin. Affermando che il loro riconoscimento di tali amministrazioni segue il diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite, Putin ha anche detto che “secondo la Carta delle Nazioni Unite, queste amministrazioni possono dichiarare la loro indipendenza”.

Snocciolando i dati sulle esportazioni alimentari dall’Ucraina datati 15 giugno, Putin ha notato gli sforzi del presidente turco Recep Tayyip Erdogan sull’accordo sul grano. Un totale di “31,7 milioni di tonnellate di prodotti agricoli sono stati esportati dai porti ucraini con l’aiuto di Russia e Turchia, 976.000 tonnellate di prodotti agricoli sono stati inviati ai paesi africani bisognosi, Gibuti, Somalia, Sudan, Libia ed Etiopia” ha detto Putin.

“L’amministrazione europea neocoloniale, o più precisamente l’amministrazione americana, ha ingannato la comunità internazionale e i paesi africani bisognosi” è la posizione del leader del Cremlino, che ha sottolineato come la Russia “non ha mai rifiutato i negoziati”.

Sebbene l’Africa sia lontana migliaia di chilometri dalla Russia e dall’Ucraina, il continente è quello che maggiormente ha risentito degli effetti economici negativi della guerra in corso tra i due paesi, ed è questo il senso della “Missione di pace africana”, che si è data l’obiettivo di convincere Mosca e Kiev ad avviare colloqui volti a porre fine al conflitto.

La delegazione era stata ricevuta giovedì in tarda serata dal presidente polacco Kancelaria Prezvdenta, che ha dato ai leader africani la prospettiva del suo paese sul conflitto e ha tenuto colloqui con alcuni di loro. All’arrivo della delegazione sudafricana tuttavia c’è stato un mezzo incidente diplomatico: all’atterraggio a Varsavi, i  membri della sicurezza del presidente sudafricano che dovevano accompagnarlo in Ucraina sono stati arrestati. Non è noto il motivo. Il capo della squadra di sicurezza ha accusato le autorità polacche di “razzismo“.

La delegazione è quindi andata a Kiev venerdì, in treno. Molti paesi africani che dipendono dalla Russia e dall’Ucraina per grano, fertilizzanti e olio vegetale stanno affrontando una carenza di cibo e prezzi elevati e vogliono vedere la pace. 

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