Clima, l’Africa soffre più di altri lo stress idrico

di Valentina Milani

Di Andrea Spinelli Barrile

Lo stress idrico e i rischi come la siccità e le inondazioni stanno colpendo duramente le comunità, le economie e gli ecosistemi africani. Le precipitazioni sono interrotte, i ghiacciai stanno scomparendo e i laghi più grandi si stanno restringendo. L’aumento della domanda di acqua, combinato con forniture limitate e imprevedibili, minaccia di aggravare i conflitti e gli sfollamenti in tutto il continente. Lo rivela il nuovo rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm).

Il rapporto sullo stato del clima in Africa 2021 fornisce informazioni scientifiche autorevoli sulle tendenze della temperatura e altri indicatori climatici in Africa e mostra come il clima estremo e il cambiamento climatico stiano minando la salute e la sicurezza umana, la sicurezza alimentare e idrica e lo sviluppo socioeconomico. L’Africa rappresenta solo dal 2% al 3% circa delle emissioni globali di gas serra, ma risente in modo sproporzionato degli effetti generati altrove.

Il rapporto sullo stato del clima in Africa 2021 si concentra in particolare sull’acqua: si stima che l’elevato stress idrico colpirà circa 250 milioni di persone in Africa e si prevede che sposterà fino a 700 milioni di persone entro il 2030. È improbabile che quattro paesi africani su cinque riusciranno a gestire in modo sostenibile le risorse idriche da qui al 2030: “L’aggravarsi della crisi e l’incombente carestia nel Corno d’Africa mostra come i cambiamenti climatici possano esacerbare gli shock idrici, minacciando la vita di centinaia di migliaia di persone e destabilizzando comunità, paesi e intere regioni”, ha dichiarato il segretario generale dell’Omm Petteri Taala.

Il clima dell’Africa si è riscaldato più della media globale dai tempi preindustriali. Parallelamente, l’innalzamento del livello del mare lungo le coste africane è più veloce della media globale, contribuendo ad aumentare la frequenza e la gravità delle inondazioni costiere e l’erosione. I cambiamenti nei corpi idrici continentali hanno importanti impatti sul settore agricolo, sugli ecosistemi, sulla biodiversità”.

L’aumento della temperatura, le ondate di calore, le estese inondazioni, i cicloni tropicali, la siccità prolungata e l’innalzamento del livello del mare con conseguente perdita di vite umane, danni alle proprietà e sfollamento della popolazione, minano la capacità dell’Africa di realizzare i propri impegni per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite (Sdg) e l’Agenda 2063 dell’Unione africana.

Il rapporto, il terzo di una serie, è un’iniziativa congiunta tra l’Omm e la Commissione dell’Unione africana e include contributi da numerose organizzazioni delle Nazioni unite, servizi meteorologici e idrologici nazionali, partner di sviluppo ed esperti di clima.

Attualmente solo il 40 per cento della popolazione africana ha accesso a sistemi di allerta precoce per proteggerli dagli effetti meteorologici estremi e dai cambiamenti climatici. Più di 40 paesi africani hanno rivisto i loro piani climatici nazionali per renderli più ambiziosi e aggiungere nuovi impegni per l’adattamento e la mitigazione del clima. Sebbene l’Africa contribuisca solo per il 2-3% alle emissioni globali di gas serra, oltre l’83% dei piani climatici nazionali include obiettivi di riduzione dei gas serra, con aree di interesse tra cui energia, agricoltura, rifiuti, uso del suolo e silvicoltura. 

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