Ciad: represse manifestazioni contro la transizione imposta

di Valentina Milani

Nella città di Moundou, capitale economica del sud del Ciad, un manifestante è stato ucciso stamattina nel quartiere “15 anni”, nel corso di una manifestazione organizzata per chiedere la consegna dei poteri ai civili e lo scioglimento del Consiglio militare di transizione (Cmt). Secondo Alwihda Info, la Croce Rossa ha recuperato il corpo per il deposito all’obitorio.

Diversi appelli a manifestare oggi, martedì 27 aprile, sono stati lanciati da una parte dell’opposizione e dalla società civile per chiedere un ritorno all’ordine costituzionale. Attraverso il Cmt istituito subito dopo la morte del presidente Idriss Deby Itno, è stata bypassata la Costituzione. Sarebbero stati un centinaio stamattina, a Moundou, i manifestanti che hanno osato sfidare il divieto a manifestare imposto dal ministero della Pubblica sicurezza.

Altre manifestazioni sono in corso stamani nella capitale N’Djamena dove centinaia di giovani – non è chiaro verificare il numero dei partecipanti – sono scesi in strada gridando slogan contro l’ingerenza della Francia negli affari del Ciad e contro la transizione “monarchica” verificatasi una settimana fa dopo l’uccisione del presidente. Fonti sul posto hanno riferito ad Africa Rivista/InfoAfrica che alcuni militari starebbero entrando nelle abitazioni per procedere ad alcuni fermi. Alla redazione stanno giungendo fotografie di manifestanti feriti con colpi d’arma da fuoco. Uno di loro è il musicista e cantante Solea. Un altro manifestante nella capitale sarebbe morto a seguito delle ferite, secondo notizie che circolano nei social network. Rfi segnala che sono stati uditi già presto stamani spari d’arma da fuoco e usati gas lacrimogeni. Le forze dell’ordine sono dispiegate in città per far rispettare il divieto a manifestare.

Nel frattempo, ieri Albert Pahimi Padacké ha accettato l’incarico di primo ministro conferitogli dal Cmt. Ultimo primo ministro del maresciallo Deby tra il 2016 e il 2018, Padacké si era dissociato dalla maggioranza e si era candidato come rivale, indipendente, del capo dello Stato alle presidenziali dello scorso 11 aprile, arrivando secondo al primo turno con il 10,32% delle preferenze. “Ci ho pensato… ho esaminato le questioni che il nostro Paese deve affrontare oggi. E mi sono detto che ci sono momenti nella vita in cui devi accettare le sfide per il bene della tua gente”, ha detto Albert Pahimi Padacké a Rfi. Il politico era considerato un avversario di facciata da altri oppositori più radicali, che hanno boicottato le elezioni.

La nomina di Padacké non fa l’unanimità, sebbene possa sembrare un gesto del Cmt per attenuare le virulenti critiche di cui è oggetto in patria da parte dell’opposizione e della società civile, e rispondere in parte alla comunità internazionale che auspica un rapido ritorno a un governo civile.

Il partito I Trasformatori dell’oppositore Succes Masra, attraverso un suo esponente in Italia, Jeremie Saltokod, ad Africa Rivista/InfoAfrica ha espresso contrarietà a questa nomina, che non risponde alle aspettative di cambiamento di sistema né alla richiesta di ripristino dell’ordine costituzionale, né ancora alla richiesta di dialogo inclusivo per una transizione civile. “Masra è l’unico vero oppositore credibile in questa situazione. Padacké rappresenta invece la continuità”, ha dichiarato Saltokod. Tra le organizzazioni che promuovono la democrazia, Tournons la page (Tlp), in un comunicato di cui Africa Rivista/InfoAfrica ha preso visione, ha condannato le prerogative che il Cmt si è attribuite senza alcuna legittimità popolare e invita in Ciadiani a sbarrare la strada a questo “tentativo di instaurare un potere monarchico in Ciad”.

Favorevole è invece lo storico oppositore Saleh Kebzabo, pronto, in questa una situazione politica particolare, ad accompagnare Padacké, nell’interesse della nazione.

Ieri ancora, il Cmt ha nominato con un decreto un segretario personale del numero uno della giunta, il figlio del defunto presidente, il generale Mahamat “Kaka” Idriss Deby. Si tratta Idriss Youssouf Boy, un membro della stretta cerchia familiare, militare, vicedirettore dell’Agenzia nazionale per la sicurezza (Ans) e da poco nominato console in Camerun, a Douala. La carica di segretario privato del presidente era stata finora ricoperta da Hinda Déby, una delle moglie di Idriss Deby Itno e First Lady.

L’uccisione di Deby, dopo tre decenni di potere, ha aperto le porte a una difficile e controversa transizione forzata in Ciad.

(Céline Camoin)

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