Cambiamenti climatici, da Nairobi stop alla plastica

di Enrico Casale
plastica in africa

Dopo cinque giorni di colloqui, i rappresentanti dei 170 Stati membri delle Nazioni Unite riuniti nella 4ª Assemblea dell’Ambiente hanno firmato un ambizioso progetto per il cambiamento.

Nella dichiarazione finale è scritto che il mondo deve accelerare verso un nuovo modello di sviluppo per rispettare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030. Le nazioni hanno quindi deciso all’unanimità di ridurre significativamente i prodotti in plastica monouso come tazze, posate e borse entro il 2030.  Secondo gli scienziati, in tutti gli oceani si trovano oltre 8 milioni di tonnellate di rifiuti marini, tra cui plastica e microplastiche.

Joyce Msuya, vicedirettore esecutivo del Programma ambientale delle Nazioni Unite, ha dichiarato: «Il clima si sta riscaldando, le specie si stanno estinguendo, le risorse naturali sono state sprecate e molti dei nostri ecosistemi sono sotto enorme stress. Ma sono ancora fiducioso per tre motivi. Il primo è che queste risoluzioni hanno dimostrato la volontà politica globale di affrontare queste sfide. Alcuni potrebbero obiettare che le risoluzioni non vanno abbastanza lontano e che non sono abbastanza forti. Siamo sulla strada di un futuro sostenibile. Quello che dobbiamo fare è mettere un po’ di pressione ai politici».

In tutto, l’assemblea ha adottato 23 risoluzioni insieme a 3 decisioni degli Stati membri. Il presidente della 4ª Assemblea dell’Ambiente delle Nazioni Unite, Siim Kiisler, ha dichiarato che le risoluzioni sono le più ambiziose che siano mai state adottate da quando l’Assemblea per l’Ambiente è stata istituita, nel giugno 2012.

«Non c’è dubbio che l’ambiente è a una svolta, quindi non abbiamo bisogno di documenti verbosi, abbiamo bisogno di impegni concreti. Anche se, nelle trattative reali, è difficile trovare una soluzione per tutti gli Stati membri», ha affermato Kiisler.

 

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