Burundi – Il governo: «No alla mediazione per il dialogo nazionale»

di Enrico Casale

Il quinto appuntamento del dialogo intraburundese si apre oggi, mercoledì 24 ottobre, ad Arusha, in Tanzania. Si tratta di un tentativo di mediazione per trovare una via d’uscita alla crisi. Ma il risultato sembra incerto anche perché il governo, il partito al governo e i suoi alleati hanno annunciato il boicottaggio di questo incontro.
Ufficialmente l’esecutivo non sarà ai colloqui di Arusha per un lutto. «In ottobre, commemoriamo gli eroi dell’indipendenza», ha detto a Rfi Prosper Ntahorwamiye il portavoce del governo del Burundi.

D’altro canto, il governo ritiene che alcune delle sue richieste non siano state esaminate con la giusta attenzione. «Ci sono persone con le quali non vogliamo negoziare», ha detto il portavoce facendo riferimento ad alcuni oppositori fuggiti all’estero e nei confronti dei quali è stata spiccato mandato d’arresto da Bujumbura. In realtà, il mediatore, l’ex presidente della Tanzania Benjamin Mkapa, non ha invitato persone ricercate dalla giustizia burundese, come Jean Minani, il presidente di Cnared, il Consiglio nazionale per il rispetto di l’accordo di pace di Arusha.

L’opposizione in esilio sarà comunque rappresentata, in particolare dal suo segretario generale Anicet Niyonkuru. Saranno presenti anche gli avversari rimasti in Burundi, come Agathon Rwasa, ex capo del National Front for Freedom.

Da tre anni la mediazione subregionale ha cercato di creare un dialogo, senza successo. Queste discussioni dovrebbero includere una tabella di marcia per le elezioni presidenziali del 2020. Al termine di questa riunione, la mediazione farà la sua relazione finale alla Comunità degli Stati dell’Africa orientale, chi sovrintende queste discussioni.

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