Attentati Kampala, uccisi cinque sospetti terroristi

di claudia

La polizia ugandese ha ucciso cinque sospettati e arrestato 21 persone nell’ambito dell’indagine sui due attentati suicidi rivendicati dal gruppo dello Stato islamico, conclusi con un bilancio aggiornato di sette morti, di cui tre attentatori, e 38 feriti.

In una conferenza stampa, il portavoce della polizia Fred Enanga ha detto ieri che gli agenti dell’antiterrorismo nell’ovest del Paese hanno ucciso “quattro presunti terroristi a Ntoroko, mentre stavano tornando in Repubblica Democratica del Congo”. Nel nord-est del Paese confinante, i ribelli delle Allied democratic forces (Adf) sono insediati da lunghi anni e sono accusati regolarmente di abusi e massacri di civili.

Ieri, un quinto sospettato, Sheikh Muhammad Kirevu, alias Abbas Kirevu, è stato ucciso dagli agenti a casa sua a Katereke, Kyengera, nel distretto di Wakiso. Le forze dell’ordine sostengono che lo hanno ucciso perché stava facendo resistenza al suo arresto. Secondo il portavoce della polizia, Kirevu era su una lista di persone segnalate per reclutamento per conto delle Adf. Una delle 13 reclute arrestate dalla polizia ugandese nel villaggio di Kurugutu, ha condotto gli agenti a casa di Kirevu. Secondo la polizia sono finora 21 i sospettati arrestati, definiti come “agenti, coordinatori, finanziatori di attività terroristiche”.

La polizia ritiene che gli attacchi sono opera di “terroristi interni” legati alle Adf. Il gruppo dello Stato Islamico (Isis) ha rivendicato la responsabilità del duplice attentato suicida avvenuto martedì nella capitale ugandese Kampala. In una dichiarazione circolata su Telegram, Isis ha dichiarato che tre attentatori suicidi hanno preso parte all’attacco contro una stazione di polizia e contro il parlamento di Kampala, motivando l’attacco come una risposta alla guerra avviata dallo Stato ugandese. La polizia ha sventato un terzo attacco, recuperando un ordigno esplosivo improvvisato (ied) dalla casa di un presunto attentatore suicida che è stato ucciso.

La polizia il mese scorso ha arrestato un certo numero di presunti ribelli delle Adf dopo l’esplosione di un autobus vicino a Kampala e l’attentato dinamitardo in un ristorante lungo la strada della capitale che ha ucciso una donna.

Washington, a marzo – scrive il Monitor –  ha collegato le Adf all’Isis. Di legami fra i due gruppi si parla in realtà da qualche anno ma non era mai emersa un collegamento confermato. Secondo Kristof Titeca, accademico ed esperto su questo gruppo,  è “sempre più chiaro che le Adf stanno rifocalizzando l’attenzione sull’Uganda”. Ha detto al giornale ugandese che potrebbe essere correlato a “una maggiore influenza di elementi jihadisti all’interno delle Adf negli ultimi due anni”. Gli esperti considerano le Adf il più sanguinario degli oltre 120 gruppi armati attivi nell’est della RDC, molti dei quali un retaggio di due guerre regionali di un quarto di secolo fa. 

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