Asante Kotoko, il club africano del XX secolo

di Enrico Casale

Nel week-fine settimana si gioca il ritorno del playoff eliminatorio di Caf Champions League. I ghanesi dell’Asante Kotoko, dopo aver vinto 2-0 all’andata con i tunisini dell’Etoile du Sahel, sono ad un passo dal ritorno nella Champions League africana. La loro è una formazione storica del calcio africano, ma mancano nel tabellone principale da 13 anni. Ecco un approfondimento sulla loro storia, tra calcio e cultura ashanti.

L’Asante Kotoko nasce a Kumasi, seconda città del Ghana e antica capitale del regno Ashanti, nel 1924, durante l’era coloniale. A fondarlo è Kwasi Kumah, un giovane autista dei sobborghi di Kumasi trasferitosi nella capitale Accra per fare da autista personale al colonnello Ross, un ufficiale britannico dell’esercito dell’allora Costa d’Oro.

Era l’inizio del 1924 quando Kumah assistette a una partita di calcio tra due squadre della capitale, lo Standfast e gli Hearts of Oak, vinta 2-1 da questi ultimi, poi premiati dal governatore sir Gordon Guggisberg con una muta di maglie. Al ritorno del colonnello Ross in Gran Bretagna a fine 1924, Kumah rientrò a Kumasi con una muta di maglie acquistata ad Accra e, insieme all’amico Lawrence Yaw Asamoah e a un gruppo di tredici Ashanti, fondò il Kumasi Rainbow.

Due anni dopo Kumah e Asamoah reclutarono molti giovani studenti promettenti da alcune scuole di Kumasi e cambiarono il nome in Ashanti United, con lo scopo di promuovere il gioco nella regione dell’Ashanti, dove nel giro di un lustro cominciarono a sorgere diverse squadre.

Gli ashanti sono uno dei gruppi etnici maggioritari in Ghana e Costa d’Avorio e, prima della colonizzazione europea, avevano un grande impero nell’Africa occidentale. Il regno venne fondato negli anni Settanta del 1600 da Osei Tutu I, capo militare e politico del clan Oyoko che trasformò lo Stato ashanti, da una confederazione tributaria, in un regno centralizzato con capitale Kumasi, proclamandosi primo Asantehene, re degli ashanti.

Il simbolo principale del popolo Ashanti è il Sika ‘dwa, il Trono d’Oro che si crede contenga l’anima degli ashanti – vivi, morti e ancora non nati – e che sia disceso dal cielo posandosi in grembo a Osei Tutu I. Quando il governatore coloniale britannico della Costa d’Oro Frederick Mitchell Hodgson disse di voler sedere sul Sika ‘dwa essendo il rappresentante del potere più forte nel Paese, i capi ashanti ascoltarono in silenzio e poi si prepararono alla guerra per difendere l’onore del Trono d’Oro.

Ancora in cerca di identità, la squadra cambiò di nuovo nome in Kumasi Titanics nel 1931, in un periodo in cui la formazione era stata indebolita dal trasferimento da Kumasi di diversi giocatori impiegati in lavori statali nelle prigioni o nelle ferrovie.

Il nome cambiò di nuovo nel 1934 (Mighty Atoms) finché un professore della Kumasi Government School, James Frimpong, anche noto come il Maestro Frimpong, non fornì alcuni giocatori della scuola alla squadra suggerendo un cambio di nome ad Asante Kotoko: Asante è sinonimo di Ashanti, mentre Kotoko vuol dire «porcospino» in lingua asante.

Il porcospino è l’emblema nazionale del Regno Ashanti: per questo motivo fu necessario ottenere il permesso speciale dell’Asantehene, la guida politica e spirituale degli Ashanti, Nana Sir Osei Agywman Prempeh II.

Il porcospino divenne così lo stemma della squadra, adornato dal motto Kum apem a, apem beba: uccidine mille, e mille altri arriveranno. Il club venne fondato ufficialmente il 31 agosto 1935 di fronte a un’assemblea popolare presieduta dai capi clan ashanti. L’Asantehene e il suo rappresentante all’assemblea, l’Atipinhene di Kumasi Nana Boakye Yamoa, divennero i primi presidenti onorari del club.

Il campionato nazionale ghanese venne disputato per la prima volta nel 1956, l’anno precedente all’indipendenza del Ghana, e venne vinto dagli Hearts of Oak della capitale Accra, che replicarono nella seconda edizione, disputata nel 1958.
La squadra della capitale sarebbe divenuta la più acerrima rivale dell’Asante Kotoko, simboleggiando anche la rivalità tra le due principali città ghanesi. Il primo titolo dei Porcospini Guerrieri di Kumasi arrivò nella terza edizione del campionato, nel 1959, e negli anni tra Hearts of Oak e Asante Kotoko si istituì un duopolio del campionato: a oggi i due club hanno vinto 44 dei 58 titoli di campionato.

L’Asante Kotoko vinse tre Fa Cup ghanesi tra il 1958 e il 1960, ma fu negli anni Sessanta che i Porcospini divennero una potenza del calcio africano, vincendo cinque titoli nazionali (tre dei quali di fila tra il 1967 e il 1969) e disputando per la prima volta la finale di Coppa dei Campioni africana nel 1967, contro i congolesi del TP Englebert (oggi TP Mazembe). Le due squadre pareggiarono sia all’andata (1-1 a Kumasi) sia al ritorno (2-2 a Kinshasa).

L’arbitro avvisò le due squadre che si sarebbe sorteggiato il giorno successivo per assegnare il trofeo, ma il segretario generale della Caf, più tardi, disse che si sarebbe giocata una terza partita, fissata per il 27 dicembre in campo neutro a Yaoundé, in Camerun. Apparentemente, la Federcalcio ghanese non avvisò l’Asante Kotoko di tali disposizioni, la squadra non si presentò e il trofeo venne assegnato a tavolino all’Englebert.

La rivincita con il TP Englebert sarebbe arrivata tre anni più tardi, nel 1970: nuovamente le squadre pareggiarono 1-1 a Kumasi, ma nella gara di ritorno l’Asante Kotoko espugnò Kinshasa 2-1, laureandosi campione continentale per la prima volta nella sua storia.

L’anno dopo i Porcospini tentarono di difendere il proprio titolo contro i camerunensi del Canon Yaoundé. Ancora una volta la finale arrivò a una terza gara, visto che ciascuna delle due squadre aveva vinto la sua partita casalinga. La partita decisiva fu interrotta per alcuni problemi causati dal pubblico sul punteggio di 1-0 per il Canon Yaoundé, che vinse così il trofeo.
Due anni più tardi l’Asante Kotoko arrivò di nuovo in finale, ma un 4-2 nella gara d’andata con il Vita Club non fu sufficiente per vincere: la squadra di Kinshasa vinse la gara di ritorno 3-0.

L’Asante tornò a dominare negli anni Ottanta, grazie al contributo di giocatori come Opoku Afriyie, ex team manager del club e autore della doppietta che consegnò al Ghana la Coppa d’Africa del 1978. Quattro titoli nazionali tra il 1980 e il 1983 vennero coronati da altre due finali continentali.

Se nel 1982 i Porcospini non ressero alla forza d’urto dell’Al-Ahly, l’occasione per la rivincita con gli egiziani arrivò nella finale dell’anno successivo, decisa da un’unica rete nella gara di ritorno. A segnare fu Opoku Nti, detto «Zico», coronando al 16′ un contrattacco innescato dal terzino destro Ernest Apau. Nti si sarebbe trasferito in Svizzera, al Servette, nel 1984, per poi giocare tre stagioni all’Aarau di Ottmar Hitzfeld. Recentemente ha ricoperto anche il ruolo di direttore e amministratore delegato del club.

Tra il 1986 e il 1993 l’Asante Kotoko vinse sei titoli su sette nel campionato ghanese, arrivando anche al decimo titolo in tredici anni dal 1980. Per coronare il periodo d’oro, raggiunsero anche, per la settima volta, la finale di Coppa dei Campioni africana nel 1993. Dopo 180 minuti a reti bianche contro lo Zamalek del Cairo, i Porcospini dovettero arrendersi ai rigori.
Sarebbe passato un decennio prima che l’Asante Kotoko tornasse a vincere un titolo nazionale, rompendo la serie di sei titoli consecutivi degli Hearts of Oak. La squadra tornò anche a disputare delle finali continentali, accontentandosi però di perdere la Coppa delle Coppe africana del 2002 contro il Wydad Casablanca e la CAF Confederation Cup del 2004 ai rigori contro i rivali e connazionali Hearts of Oak.

Nel 2009, l’International Federation of Football History Statistics pubblicò uno studio statistico per determinare la miglior squadra di ciascun continente nel XX secolo, considerando unicamente le competizioni continentali. Con l’Europa rappresentata dal Real Madrid, il Sud America dal Peñarol e l’Asia dai sauditi dell’Al-Hilal Riyadh, l’IFFHS determinò che la miglior squadra africana del XX secolo fosse proprio l’Asante Kotoko.

I Porcospini non sono più andati così bene nel nuovo millennio: solo una volta, nel 2006, la squadra ha raggiunto la fase a gruppi della Caf Champions League e tra il 2000 e il 2010 ha vinto tre titoli, lasciando il resto al dominio degli Hearts of Oak.

Solo nel 2011 la squadra è tornata la squadra da battere nella Ghana Premier League, avendo vinto tre titoli consecutivi ed essendosi confermata la squadra più titolata del Paese con 24 campionati vinti contro i 20 degli Hearts of Oak. Nel 2014 alla squadra è anche riuscita una storica doppietta: era capitato una sola volta nella storia del club, nel 1959.

La squadra gioca al Baba Yara Stadium, costruito nel 1959 in occasione del primo scudetto e poi rinnovato due volte, a fine anni ’70 e prima della Coppa d’Africa del 2008. L’impianto contiene oltre 40 mila persone. Si dice che la squadra abbia otto milioni di tifosi e qualche anno fa ha stabilito una partnership con il club inglese del Sunderland. Nelle giovanili del club sono cresciuti giocatori come Tony Yeboah, Samuel Inkoom e Emmanuel Agyemang-Badu. Presidente onorario e proprietario della squadra è Osei Tutu II, l’attuale Asantehene.

Damiano Benzoni
www.calcioafricano.com

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