11/12/13 – R.D. Congo – Situazione disperata per 80 italiani bloccati da adozioni

di AFRICA

 

E’ passato più di un mese da quando 26 coppie italiane sono arrivate a Kinshasa per andare a prendere i bambini da loro adottati per vie legali. I circa 80 italiani, che vivono sparsi in condizioni particolarmente disagiate (senza elettricità e pochissima acqua) in vari residence nella capitale della Repubblica democratica del Congo, non possono lasciare il paese con i piccoli perché il governo ha deciso di bloccare l’espatrio di tutti i minori congolesi a partire dal 25 settembre 2013.

“Vivono dentro gli orfanotrofi, accanto ai bambini – ha raccontato una delle mamme attive sul forum per adozioni mammeonline.net, in contatto con una delle coppie – hanno paura che vengano loro sottratti i piccoli”. Nei locali dove risiedono, il generatore elettrico viene acceso un’ora al giorno, il tempo di ricaricare il telefonino per essere raggiungibili. Una delle mamme ha contratto la malaria, ha raccontato “alta marea”, nickname della mamma intervistata, un altro papà ha il morbo di Chron e sta finendo i medicinali, mentre alcuni hanno perso il lavoro a causa della prolungata assenza. A tutti, inoltre, sta scadendo la profilassi malarica, mentre i soldi cominciano a scarseggiare.

A scatenare il blocco delle autorità congolesi, sarebbero state delle irregolarità compiute nelle procedure d’adozione da parte di altri paesi stranieri. Alcune famiglie italiane, circa 6, sono riuscite per un soffio a riportare a casa i loro bambini, grazie all’intervento sul posto del ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge, di origine congolese. Queste altre 26 hanno depositato la documentazione necessaria prima dello stop del 25 settembre e quindi sono in regola, ma Kinshasa ha bloccato le operazioni di rilascio dei permessi d’uscita per i bambini, impedendo di fatto la conclusione dell’iter adottivo e il rientro in Italia delle famiglie con i loro figli.

Lunedì i senatori del Partito Democratico Andrea Marcucci e Roberto Cociancich hanno deposto la richiesta di “un’interrogazione urgente” al ministro degli Esteri Emma Bonino e al ministro Kyenge “per chiedere chiarimenti sulla vicenda che ha bloccato in Congo” le famiglie italiane. – TMNews

 

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